Il difficile mestiere dell’energy manager senza soldi

Daniele Riffaldi ricopre questa delega da tre anni ma dei 150 mila euro messigli a disposizione la metà sono spariti nelle pieghe di bilancio mentre gli altri li ha usati per un piccolo impianto fotovoltaico per le scuole

Un energy manager senza energie. Daniele Riffaldi, ingegnere elettronico e consigliere comunale della maggioranza delegato dal sindaco Farisoglio al risparmio energetico senza alcuna retribuzione, offre il bilancio della sua attività in tre anni: «I pannelli fotovoltaici sui tetti delle scuole Da Vinci e De Amicis che coprono il 10% del fabbisogno energetico» . E poi? Tante idee ma nessun soldo da spendere, d’altra parte le casse comunali languono qui come altrove e così l’elenco delle iniziative per risparmiare energia diventa un libro dei sogni che sarebbe bello realizzare ma che, attualmente, non si possono realizzare. «Per risparmiare soldi bisogna prima spenderne qualcuno – dice Riffaldi che poi passa all’elenco delle cose che avrebbe voluto fare – ad esempio siamo entrati nell’epoca della liberalizzazione degli impianti di illuminazione dei comuni ma i comuni stessi non hanno i soldi per acquistarli da Enel Sole che li vende a caro prezzo».

Cambiando l’illuminazione di una città come Castellanza dalle normali lampade ad incandescenza alle lampade a induzione si avrebbe un risparmio garantito e cospicuo ma Enel non lo fa e acquistare l’intera illuminazione pubblica costerebbe in un comune come quello di Castellanza almeno 3 milioni di euro: «Il risultato è che attualmente la liberalizzazione è solo sulla carta – spiega Riffaldi – e l’unica cosa che abbiamo potuto fare fino ad ora è cambiare il fornitore di energia che non è più Enel».

L’Energy Manager sta seguendo da vicino, invece, un’altra innovazione tecnologica che potrebbe portare ad un risparmio economico delle casse comunali: «Grazie alla Regione è stato posato un cavo a fibre ottiche che va da Castellanza a Legnano, prosegue per la Valle Olona fino a Gorla e poi torna a Marnate». Grazie a questo cavo entro maggio 2011 almeno 78 edifici comunali saranno collegati via internet tramite fibra ottica ottenendo un risparmio sui normali contratti con gli operatori privati per la fornitura di banda larga.

Anche sui rifiuti Riffaldi ha una sua visione della realtà: «Purtroppo siamo nel campo della pura astrazione a causa della sindrome di Nimby (che si faccia ma non nel mio giardino, ndr) riguardo al trattamento in loco di parte dei rifiuti, in particolare penso alla frazione umida, che ci costa tanto a causa dei lunghi trasporti che deve subire per raggiungere i pochi centri di compostaggio presenti in Lombardia – spiega Riffaldi – se si riuscisse a far “digerire” ai cittadini un biodigestore per comune si potrebbe ottenere un risparmio sulla Tarsu non indiffirente ma i primi a frenare queste idee sono i politici perchè, logicamente, temono di perdere consenso».

Insomma fare l’energy manager non è una passeggiata e le pastoie burocratiche spesso si mangiano anche quei pochi fondi messi insieme per avviare qualche mini-progetto: «Dei 150 mila euro di fondo messomi a disposizione tre anni fa ne ho potuti spendere solo 75 mila per i pannelli fotovoltaici – racconta Riffaldi – gli altri 75 mila erano stati stornati dall’amministrazione per interventi di risparmio energetico alle scuole Manzoni, poi la scuola è stata spostata in un altro edificio, i lavori non sono stati fatti ma i soldi che dovevano essere spesi non sono mai rientrati nel fondo che avevo da gestire, bensì sono andati nel bilancio del comune. Da quel momento li ho persi di vista».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Dicembre 2010
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