Le solidarietà incrociate del consiglio comunale
Qui e là, il Veneto e Busto: dagli alluvionati ai senza fissa dimora, due interventi già di spirito natalizio
Busto Arsizio è una città che può avere un’aria frettolosa attenta più che altro ai sacri danée, ma ha un cuore grande nei fatti: almeno, i bustocchi doc amano vedersi così, forti di un vivo e solido tessuto associativo – quello stesso che in questi giorni ha pianto sinceramente un benemerito come Bruno Tosi. Con il Natale che si avvicina, ce ne si era ricordati anche in consiglio comunale, giovedì scorso, quando tra gli interventi liberi concessi ai consiglieri sono comparse due esortazioni, non formalizzate in atti ma rivolte pubblicamente ai consiglieri e alla giunta, per l’aiuto a chi è in difficoltà.
A prendere la parola erano stati Luciana Ruffinelli, consigliere comunale e regionale per la Lega Nord, e Diego Cornacchia per il PdL. La prima, riprendendo una campagna già rilanciata più volte dal suo partito, ha perorato la solidarietà con le popolazioni venete, colpite, con particolare rilievo nel Vicentino, dalla grave alluvione di poche settimane or sono. Un disastro quasi ignorato dai media in rapporto alla serietà dell’accaduto, e che ha arrecato danni pesanti a un’area nota per la sua produttività, gemellata "politicamente" con i sentimenti del Carroccio (che governa la regione con Zaia), nonchè, nel segno del lavoro, idealmente con Busto. Cornacchia ha invece rilanciato un tema più immediatamente vicino a noi e non sospetto di coloriture politiche o simpatie regionali: quello dei senza fissa dimora, che come ben sanno i pendolari e i volontari che in qualche modo li assistono, d’inverno prendono rifugio presso la stazione RFI, andando certo a non migliorarne lo stato già deplorevole. L’invito del consigliere pidiellino era stato perchè si provvedesse, da parte del Comune, identificando una struttura atta ad ospitare delle persone: anche minimamente arredata, ma comunque un rifugio, perchè le strutture esistenti, come il dormitorio di Sant’Anna, non sono sufficienti rispetto alle necessità; e alla spiccata "non residenzialità" dei senza fissa dimora, bisogna trovare una sia pur temporanea risposta, tutelando al tempo stesso il decoro della stazione.
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