Per la ripresa il fisco premi chi investe e lavora in Italia e non delocalizza

Per chi come mé ha letto l’intervento del collega dr. Enrico Zanetti su "Il Sole24ore" di oggi, 15 dicembre, l’articolo è una ulteriore conferma, se pure ce ne fosse bisogno, che la nostra economia, le nostre aziende per ripartire hanno bisogno di altro che di un fisco occhiuto e stupido alla ricerca di nuovi e vessatori sistemi per la caccia all’evasione (vedi ad es. lo spesometro ecc.).
La lotta all’evasione è giusta, ed è corretto e sacrosanto che venga fatta ma forse sarebbe meglio puntare su un ampliamento della base imponibile, sul fornire incentivi a chi vuole produrre per venire nel nostro paese a farlo e diventare qui da noi un onesto contribuente piuttosto che “spremere” i soliti noti o quelli che non possono andare altrove.
Forse potrebbe bastare adeguare le nostre imposte a quelle dei concorrenti industriali delle nostre aziende, che sgravate da inutili balzelli (nello specifico l’IRAP) potrebbero competere ad armi pari con i loro concorrenti e quindi basare le loro nuove attività, o riportare in patria quelle nel frattempo delocalizzate, per poter incassare maggiori entrate fiscali, con evidente beneficio per entrambi, maggior numero di contribuenti e minor gravame fiscale per i singoli.
Comunque conoscendo “i nostri polli” so che preferiranno continuare a spremere i soliti noti piuttosto che sforzarsi di trovare altre strade (che comunque passano nella riduzione dei loro costi di gestione) e concordo con quanto scritto dal collega in chiusura di articolo, il nostro sistema fiscale attuale è un vero e proprio acceleratore di disfacimento del tessuto economico produttivo.

Commento a cura dello Studio Ventura www.studio-dr-ventura-commercialista.com