Se un morto sul lavoro non fa più notizia
Cgil, Cisl e Uil si interrogano sul ritardo con cui è stata divulgata la notizia della morte del piccolo imprenditore di Jerago con Orago
Sabato 11 dicembre al mattino si è consumata un’altra tragedia sul lavoro, alla ditta Prema Stampi di Jerago con Orago.
Questa volta è accaduto a un datore di lavoro, ad un piccolo imprenditore metalmeccanico, che lavorava nella sua azienda, forse per finire una lavorazione e consegnare in tempo l’ordine del cliente. Ma la dinamica dell’infortunio mortale è come quella che colpisce o ha colpito tanti altri lavoratori che svolgono attività simili. Una lavorazione di smerigliatura o di pulitura del pezzo svolta con il tornio senza i necessari e obbligatori dispositivi di sicurezza. Una dinamica che ricorda l’infortunio mortale accaduto nell’estate 2009 a un operaio metalmeccanico.
Inoltre, colpisce che l’accaduto non sia stato riportato dalla stampa provinciale, solitamente più attenta, con ciò rendendo invisibile il fatto drammatico.
Continuiamo a ripetere che gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali non sono l’esito della fatalità o il prezzo da pagare al progresso per rendere più produttiva la nostra economia o per accrescere il benessere materiale del nostro Paese. La sicurezza deve essere vissuta come parte integrante dell’organizzazione del lavoro; questa è la vera sfida che le recenti normative ci hanno portato.
Continuiamo a pensare che l’applicazione rigorosa delle leggi sul lavoro e sulla sicurezza, un comportamento organizzativo orientato alla prevenzione e non solo all’efficienza, un sistema di controlli e di sanzioni rafforzato ed efficace, uniti a una estesa diffusione della cultura della sicurezza, siano le giuste strategie che permettano nel tempo di ridurre la piaga delle vittime del lavoro.
A partire dai datori di lavoro nelle micro aziende, per passare ai preposti ( capi squadra, capi turno capi ufficio capi cantiere), per arrivare ai lavoratori, con la formazione e l’informazione bisogna tenere alta l’attenzione sulle mansioni svolte. Oramai c’è una pluralità di risorse a cui attingere come contributo per effettuare la formazione aggiuntiva, ( fondi interprofessionali, fondi regionali, fondi provinciali, fondi Inail).
Con l’infortunio alla Prema siamo a quota quattro decessi a causa del lavoro accaduti nel 2010 nella provincia di Varese. Il settore metalmeccanico rimane tra i primi per numero di infortuni, con un’incidenza di quasi il 15% sul totale nel 2009. I dati statistici degli infortuni mortali degli ultimi tre anni ci danno un’analisi da cui trarre insegnamento: quasi i due terzi degli infortuni sono accaduti a causa di pratiche scorrette tollerate. Tutti potevano essere prevenibili e prevedibili.
CGIL-CISL-UIL della Provincia di Varese continueranno ad impegnarsi, affinchè questi drammi umani, che incidono negativamente sulla vita delle persone e dei loro familiari, non debbano più capitare.
Salvatore Minardi Salvatore Manta Pietro D’antone
Cgil Varese Cisl Varese Uil Varese
Varese 14 dicembre 2010
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