Autovelox, il giudice di pace accoglie i ricorsi
Nulle le contravvenzioni elevate a chi viaggiava sopra il limite di 60km/h, ma sotto i 90: non avrebbe avuto spazio per rallentare in sicurezza. I ricorsi accolti sono già decine
Il giudice di pace dà ragione ai multati dall’autovelox di Vergiate: le contravvenzioni fatte quando il limite era di 60km/h non sono valide, almeno per chi viaggiava entro il limite standard di 90km/h. Sono decine i ricorsi accolti, i numeri precisi non sono ancora chiari, ma il principio di fondo sì: le distanze tra il cartello d’avvertimento e l’autovelox non erano sufficienti. Impossibile rallentare in uno spazio così ridotto, inferiore ai 100 metri. Chi viaggiava entro i limiti previsti per le extraurbane non dovrà pagare, la contravvenzione è nulla. Chi invece è stato pizzicato a velocità superiori a 90 km/h è comunque in contravvenzione e dovrà pagare: questo è il discrimine tra chi è stato fregato dagli spazi e chi invece andava davvero troppo veloce.
Ora resta da capire quante saranno le contravvenzioni non valide: solo da luglio a settembre ne erano state elevate 5840. A ottobre poi l’amministrazione aveva adeguato il limite di velocità, portandolo appunto ai 90km/h: la situazione attuale, è stato appurato, è ora perfettamente regolare.
Soddisfatta dei ricorsi accolti è l’opposizione di centrosinistra di Uniti Per Vergiate, che aveva raccolto firme per modificare l’autovelox. "L’amministrazione l’ha messo solo per fare cassa, non certo per la sicurezza stradale", commenta Daniele Parrino. "E oggi le sentenze del giudice di pace dicono che la nostra non era una battaglia pretestuosa: eravamo dalla parte della ragione". Gli automobilisti prudenti che erano stati multati, comunque, possono tirare un sospiro di sollievo.
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