Dubbi sul movente: forse un gesto inconsulto

Nè la moglie del tunisino alla guida del Suv, nè lo stesso nordafricano avevano con sè documenti di viaggio. L'uomo arrestato per danneggiamento pluriaggravato, resistenza a pubblico ufficiale e tentato omicidio

Gli inquirenti e gli investigatori hanno ricostruito quanto successo nella mattinata di lunedì 21 febbraio a Malpensa. Il tunisino alla guida del Suv che ha sfontato i vetri della porta numero 14 è Ben Abdel Ganouni Sadallah, regolare in Italia e con piccoli precedenti di polizia, 42 anni, sposato con una donna italiana (convertita all’Islam) e padre di tre figli coi quali risiede a Ceriano Laghetto, in provincia di Monza. L’auto sulla quale viaggiavano i cinque è stata rubata in mattinata a Rescaldina. Non è chiaro il motivo che ha spinto l’uomo a lanciare la macchina contro la vetrata e poi ad entrare urlando nel terminal. Il motivo potrebbe essere una lite con la moglie: i due, stando alle testimonianze, sono entrati in aeroporto urlando frasi sconnesse in italiano e arabo. Non è nemmeno chiaro se la donna fosse in procinto di partire con i figli: non sono infatti stati trovati documenti di viaggio. Sembra però che la famiglia volesse tornare in Tunisia. Sulla dinamica non ci sono grossi dubbi: l’auto è arrivata in aeroporto alle partenze, si è scontrata contro la vetrata della porta numero 14, ha sfondato i vetri fermandosi contro i panettoni di cemento posizionati nello spazio tra le porte scorrevoli e l’ingresso dell’aeroporto. Il tunisino alla guida e la moglie sono usciti dall’auto urlando frasi sconnesse in italiano e arabo: l’uomo aveva con sé un coltello con una lama di venti centimetri. Ha puntato l’arma contro vari passanti, passeggeri e agenti, per poi lanciare il coltello contro uno dei poliziotti che a sua volta ha sparato un colpo, colpendolo al piede (il proiettile è entrato e uscito dall’arto). L’uomo è stato arrestato per danneggiamento pluriaggravato, resistenza a pubblico ufficiale e tentato omicidio: è piantonato in ospedale con una prognosi di 15 giorni. Lo ha riferito il pm Roberto Pirro, che coordina le indagini. Resta da chiarire il movente, anche se le indagini sono orientate verso il gesto inconsulto. Il magistrato, che ha già visionato le immagini che documentano l’intero episodio, ha spiegato anche che sono in corso gli accertamenti sull’eventuale assunzione di droga o alcol da parte del tunisino. Sul posto in mattinata si sono recati il presidente della Sea, Giuseppe Bonomi e l’assessore regionale ai trasporti Raffaele Cattaneo: «Escludiamo la matrice terroristica – ha detto il numero uno della società che gestisce lo scalo varesino -. Il sistema di sicurezza ha retto al meglio. C’è stata prontezza straordinaria. I panettoni di cemento, una novità nel sistema di protezione di Malpensa, hanno impedito che l’auto entrasse nello scalo».

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Pubblicato il 21 Febbraio 2011
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