Il cinema, “strumento per una cittadinanza inclusiva”: alle radici dell’italianità

Partito il progetto «Per i centocinquant'anni dell'Unità d'Italia: il cinema racconta», con la prima proiezione per i ragazzi delle scuole superiori al teatro Sociale, dedicata alle Cinque Giornate di Milano

Il cinema «strumento per una cittadinanza inclusiva, per recuperare il senso e le radici dell’essere italiani, ma anche un’occasione per uscire dalla retorica usando un linguaggio più vicino alla sensibilità dei ragazzi, come quello delle immagini. Ripartire dalle origini per ritrovare fiducia nel presente e nel futuro dell’italianità, non solo, ma dell’Europa e del mondo». Così la dirigente scolastica dell’ITC Tosi, professoressa Nadia Cattaneo, presentando oggi, mercoledì 16 febbraio, al teatro Sociale di Busto Arsizio, insieme all’assessore alal cultura Claudio Fantinati, la prima proiezione dedicata alle scuole del progetto «Per i centocinquant’anni dell’Unità d’Italia: il cinema racconta», promosso da Agiscuola e da Miur – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Busto Arsizio è una delle 23 città d’Italia prescelte per il suo svolgimento: qui, oltre all’ITC Tosi, hanno aderito l’Ipc «Pietro Verri», l’Itc «Enrico Tosi», l’Itis «Cipriano Facchinetti» e il liceo scientifico «Arturo Tosi». Gli istituti coinvolti potranno partecipare a un concorso nazionale indetto da Miur e Agiscuola, presentando un progetto di manifesto o una recensione relativa a uno dei film in agenda. Alle scuole vincitrici, in numero di tre, verrà consegnata una targa e un pacchetto di dieci dvd di film storici di Cinecittà Luce Spa; agli studenti vincitori, secondo l’ordine della graduatoria, verrà offerta l’opportunità di partecipare alla 68° Mostra internazione d’arte cinematografica di Venezia (settembre 2011), come giurato del premio Leoncino d’oro Agiscuola; al VI Festival internazionale del film di Roma (ottobre 2011), come giurato del premio Farfalla d’oro Agiscuola; o, ancora, al XV congresso Agiscuola di Roma (novembre 2011).

Si proiettava oggi "Le Cinque Giornate di Milano", film del 1973 che vedeva dietro la cinepresa un giovane non ancora famoso per i soli thriller e horror: Dario Argento. Protagonisti Adriano Celentano ed Enzo Cerusico. La pellicola, presentata agli studenti dalla "padrona di casa" del Sociale Delia Cajelli, tornata per un giorno dall’amato teatro alla vecchia fiamma del cinema, di cui era docente qualche tempo fa, narra la storia della rivolta con cui tra il 18 e il 23 marzo 1848 i milanesi cacciarono i detestati tudèsc e cruàt, i soldati della monarchia asburgica, in nome della libertà e dell’italianità. Celentano intepreta un ladro fuggito dal carcere durante la sommossa, Cerusico un fornaio romano; accanto a loro uno stuolo di attori di contorno, spesso di scuola Piccolo Teatro, e dunque di elevata preparazione. I due protagonisti, personaggi non positivi nè coinvolti, almeno inizialmente, troveranno riscatto, pagando il prezzo più caro, dopo aver compreso le ragioni della lotta e difenso le sue conquiste. Il film ha molti lati comici e grotteschi, accompagnati dalla colonna sonora che include la Gazza Ladra del Rossini.

Oltre a questa proiezione, tenuta di fronte a numerose classi di studenti, se ne terranno altre tre: martedì 1° marzo «Correva l’anno di grazia 1870», sulla caduta del regime del Papa-Re a Roma, scritto e diretto da Alfredo Giannetti per Anna Magnani, (cui cast anche Marcello Mastroianni, Osvaldo Ruggeri e Mario Carotenuto); lunedì 21 marzo l’indimenticato «Uomini contro», girato da Francesco Rosi nel 1970 e tratto dal libro «Un anno sull’altipiano» di Emilio Lussu, vero urlo di dolore filmico contro guerra e militarismo; infine il 1° aprile il recentissimo (2010) «Noi credevamo» di Mario Martone e Giancarlo De Cataldo, film presentato con grande successo alla 67° Mostra d’arte cinematografica di Venezia, sui moti maziniani nel Sud borbonico. Tutte le proiezioni, a ingresso gratuito, avranno inizio alle ore 14.30; i film saranno presentati da Delia Cajelli.
Le domande sottese alle pellicole e al progetto sono tutt’altro che retoriche o banali.
Quanto hanno fatto le società segrete, Carboneria e Giovine Italia, per coinvolgere il popolo nella lotta per l’Unità? Quanto il 1848, anno nel quale in più parti d’Europa ci furono sollevazioni per il diritto ad avere una costituzione, si trasformò, nel nostro Paese, in una lotta per l’indipendenza dal potere straniero? Quanto la Chiesa, fino al 1870, si oppose all’Unità, essendo il pontefice monarca assoluto di un regno? Quanto l’interventismo di tanti giovani, che parteciparono entusiasti alla prima guerra mondiale, si stemperò nella melma, nel dolore e nel sangue delle trincee sul Carso, sul Podgora e sull’Adamello?

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Pubblicato il 16 Febbraio 2011
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