Sci e disabili, matrimonio possibile. Parola di varesini
La bella esperienza dell'associazione "Freerider Sport Event" che collabora con il Centro protesi Inail e la Polizia per creare nuovi atleti paralimpici sulle nevi italiane
La tanto auspicata integrazione tra l’attività sportiva dei normodotati e quella dei disabili si arricchisce ogni giorno di collaborazioni mirate alla maturazione del germoglio di una pratica sportiva… senza appendici, attenta nel creare e alimentare il movimento alla base e pronta a sviluppare e sostenere lo sport d’elite e l’agonismo. Un credo che caratterizza lo staff varesino della Freerider Sport Events: il presidente Giulio Broggini, il responsabile corsi Nicola Busata, il responsabile assistenza tecnica Fabrizio Tamborini e il tecnico attrezzature Paolo Panzarasa, tutti grandi appassionati di sci che da tempo promuovono in prima persona la pratica rivolta ai disabili.
«La Freerider è nata per dar sfogo a una passione – racconta Nicola, maestro di sci – poi l’attenzione per i disabili è stata una naturale conseguenza. La nostra associazione è arrivata a proporre incontri e uscite sulla neve che riscuotono un interesse crescente per pratica lo sci da seduti e per gli amputati».
Un lavoro di qualità gratificato da partner significativi e da sponsor che permettono di affrontare le spese per attrezzature e logistica. «Abbiamo la fortuna di condividere il nostro impegno con partner istituzionali e privati che ci stanno vicini – proseguono i responsabili di Freerider – a partire dal Centro Protesi dell’Inail che ha sede a Budrio, nel Bolognese, già da cinque anni al nostro fianco. Poi siamo da tempo a contatto con le unità spinali sparse in Italia e abbiamo di recente consolidato il rapporto con la Polizia di Stato: tutte collaborazioni che ci permettono di svolgere al meglio la nostra attività. Non è semplice, perché comunque ci rivolgiamo a persone, molto spesso giovani, cui una malattia o un incidente hanno sconvolto la vita; gente che non cerca commiserazione ma attenzione e supporto per tornare a praticare uno sport».
Proprio in questo periodo tra l’altro, il già citato Centro Protesi dell’Inail (ente quest’ ultimo che ha tra i massimi dirigenti proprio un varesino, il dottor Mario Carletti) compie cinquant’anni e ha scelto Freerider come partner per alcune iniziative mirate. In particolare, l’associazione varesina ha organizzato tre tappe in altrettante località sciistiche in cui i pazienti di Budrio possono conoscere e provare le attrezzature messe a punto per la pratica dello sci alpino. La prima giornata si è svolta sulle nevi piemontesi di Sauze d’Oulx e ha coinvolto 14 aspiranti atleti che hanno trovato ad accoglierli gli istruttori di Freerider ma anche gli operatori della Polizia e tre "dimostratori seduti", ovvero maestri di sci in carrozzina per allievi con gli stessi problemi di disabilità.
L’esperienza – cui si riferiscono le immagini – sarà ripetuta prima a Folgaria in Trentino (23-25 febbraio) e poi sulle piste valtellinesi di Bormio (25-27 marzo); anche in quelle occasioni lo staff di istruttori sarà completato dal gruppo di "dimostratori seduti" composto dai nazionali paralimpici Luca Maraffio (sci), Paolo Mazzacani (tennis), da Pietro Trozzi e Paolo Tontodonati.
«Il nostro primo obiettivo non è quello di creare campioni – concludono i responsabili di Freerider – ma di permettere a un numero sempre maggiore di disabili di sciare. Per questo cerchiamo sostenitori che ci permettano di acquistare e aggiornare le attrezzature in modo da accrescere i nostri servizi. Se poi dai nostri corsi arriva anche un campione tanto meglio: stiamo seguendo anche alcuni atleti della nazionale paralimpica ma anche questo è un modo per consolidare la nostra motivazione di base, quella di promuovere lo sci senza barriere e distinzione».
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