Giovani “Padani” contro “Democratici”: “Speriamo si siano divertiti
La posizione del movimento giovanile leghista dopo la provocazione dei giovani democratici tradatesi che hanno manifestato in via Padania il 17 marzo

Leggiamo infatti che una squadra di Giovani Democratici si è fermata in via Padania, a Tradate, per cantare la marcia di Mameli e portare qualche bandierina tricolore in segno di provocazione. Di cuore, speriamo si siano divertiti! Vogliamo far notare che, come si può facilmente riscontrare con una semplice ricerca su Wikipedia, la più grande enciclopedia libera online, il termine "Padania" era utilizzato ben prima dell’avvento della Lega Nord per definire la regione socio-economico-geografica omogenea, così come cita il cartello stradale contestato.
Oggi assistiamo al diffondersi del termine “Padania” a tal punto che ormai, nonostante il tentativo di tutti i partiti centralisti di questo paese, esso viene comunemente utilizzato dai mezzi di informazione non necessariamente collegandolo alla Politica del Movimento Lega Nord. Sintomo, questo, del fatto che il nome “Padania” si stia sempre di più radicando nell’uso comune della lingua. Al di là di queste mere considerazioni nominalistiche, comunque, non possiamo fare a meno di evidenziare che la manifestazione di questi giovani abbia solo dato prova di debolezza ed isterismo: quando il senso di appartenenza a una comunità è forte e le proprie radici sono salde, infatti, non si dovrebbe sentire il pressante bisogno di negare l’identità altrui per affermare la propria.
Noi Giovani Padani siamo sempre in prima linea per difendere, rivalutare e riscoprire il bagaglio identitario di tradizioni, lingue e valori che abbiamo ereditato e che spesso la Scuola dello Stato italiano si è resa colpevole di sminuire o, peggio, ridicolizzare. Quella stessa Scuola che ci ha da sempre raccontato solo mezze verità su quel periodo che prende il nome di Risorgimento: abbiamo approfittato dell’anniversario della proclamazione del Regno italico per scoprire il lavoro di vari studiosi quali Oneto, Di Fiore, Bracalini, Smith o Del Boca, per citarne solo alcuni, al fine di approfondire seriamente e con onestà intellettuale le vicende storiche non proprio cristalline e onorabili che hanno portato all’unificazione di questo Stato. Inutile ricordare che la Lega Nord per l’Indipendenza della Padania, non è responsabile dei due grandi problemi di questo Paese: la Questione Meridionale e soprattutto, per quanto riguarda noi padani, la Questione Settentrionale, ovvero i frutti avvelenati dell’albero dell’unificazione forzata. Il movimento di Umberto Bossi ha solo fatto da portavoce delle istanze e delle rivendicazioni economiche e culturali delle nostre comunità nei confronti delle ingiustizie di questo Stato, proponendo riforme concrete e democratiche per ripianare le iniquità. Come al solito, il PD nella provincia di Varese invece, anziché lavorare per la soluzione di questi problemi, non trova di meglio da fare che imbastire un’altra sterile polemica contro la Lega Nord nella solita patetica ricerca di visibilità mediatica.
Ci chiediamo come mai il loro impeto patriottico non li abbia portati, per esempio, anche nella via che i loro predecessori della Casa del Popolo dedicarono a Togliatti. In occasione nel XVI Congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica a Mosca, il compagno Palmiro infatti ebbe l’"ardire" di dichiarare: «È per me motivo di particolare orgoglio aver rinunciato alla cittadinanza italiana perché come italiano mi sentivo un miserabile mandolinista e nulla più. Come cittadino sovietico sento di valere dieci volte più del migliore italiano». Ironia della Storia: l’Unione Sovietica oggi non appare più sulle cartine politiche…
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