A Barasso non c’è scuola e non c’è banca. E neppure l’Adsl

Il piccolo comune che si snoda lungo la statale 394 ha visto progressivamente impoverire la sua offerta di servizi . E oggi lamenta anche una grave carenza tecnologica

Orfana di scuola e di oratorio, Barasso si attacca stretta alle radici del suo abete per mantenere la sua fisionomia di comune piccolo e lussurreggiante, ricco di natura e panorami lussurreggianti. 

Laura Leali, farmacista di Barasso e Comerio«È un paese bellissimo e tranquillo – assicura Laura Leali, contitolare delle due farmacie a cavallo tra Barasso e Comerio – È pulito e non ha problemi di delinquenza. Rispetto a Comerio o a Luvinate, però, non ha parchi giochi attrezzati per bambini e, soprattutto, non ha più la scuola. Era una bellissima costruzione, nuova e accogliente che è stata chiusa dieci anni fa in modo non del tutto comprensibile. È diventato deserto anche l’oratorio. Non abbiamo più il parroco e la formula dell’oratorio itinerante non convince. Il mio sogno? è quella di vedere la scuola di nuova piena di bambini».

Don Marco, vicario parrocchiale di Luvinate, Barasso, Casciago e MorosoloAi cittadini spiace vedere soprattutto lo stato in cui versa la sala dell’oratorio, un tempo teatro di spettacoli di bambini e parrocchiani e che oggi versa in stato di semi abbandono: « Si, la sala non è a norma – ammette don Marco, il vicario parrocchiale della maxi parrocchia Casciago, Morosolo Luvinate e Barasso  – ci vorrebbe più attenzione e una comunità di riferimento con cui condividere. Stiamo facendo grandi sforzi per aggregare e creare comunità e in questi anni i risultati si sono visti. Dall’incontro e dal confronto sta nascendo una realtà importante».

Loredana dietro al banco della sua tabaccheriaOltre a scuola e oratorio, però, a Barasso manca anche l’Adsl: « Per mia fortuna, un minimo di rete per far lavorare le macchine ce l’ho, ma sono una privilegiata – ammette Loredana, titolare della tabaccheria – ci sono zone che non hanno allacciamento. Inoltre credo che debba essere rivista questa piazza. Non ci sono parcheggi e la gente non riesce a fermarsi. Qui i negozianti vivono soprattutto grazie al passaggio della statale , ma se non danno la possibilità di fermarsi… E poi un’ultima cosa. Importantissima: perchè ci hanno chiuso la banca? L’hanno spostata a Casciago ma per noi è molto scomoda!»

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Pubblicato il 11 Aprile 2011
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