Alla dogana con il figlio di tre anni e la cocaina in corpo
Ennesimo arresto di un corriere della droga, una donna nigeriana che veniva da Amsterdam: a rendere più drammatico l'arresto, il fatto che fosse coinvolto anche un bambino piccolo
Viaggiava con il bambino di tre anni e con la cocaina in corpo, è stata arrestata a Malpensa dalla guardia di finanza. I militari, in collaborazione con il personale dell’Agenzia delle Dogane, hanno
arrestato una donna nigeriana, che trasportava, in parte nel bagaglio al seguito, in parte in "corpore", ovuli contenenti cocaina, per un quantitativo complessivo di 650 grammi.
La donna africana, tale F.S., di anni 27, è residente a Parma e viaggiava, forse per non destare sospetto, in compagnia del proprio figlio, un bambino di 3 anni. È stata individuata tra centinaia di persone provenienti da Amsterdam: il controllo del bagaglio stivato ha permesso ai finanzieri operanti di rinvenire 49 ovuli contenenti una sostanza che, sottoposta a "narcotest", è risultata essere cocaina. I militari però aveva anche il sospetto che trasportasse droga anche in corpo: è stata accompagnata in una struttura sanitaria, al fine di accertare l’eventuale presenza di corpi estranei. Gli accertamenti clinici confermavano i sospetti dei finanzieri, poiché la donna trasportava, nei condotti vaginali un ovulo risultato contenere, anche questo, cocaina, come appurato con il “narcotest”.
La sua storia è forse una delle tante degli ovulatori che – spesso costretti e minacciati – trasportano la droga dal sudamerica verso l’Europa o dai principali porti, dove spesso arriva a bordo di navi, ad altre località del continente. La conclusione della vicenda è in questo caso particolarmente triste: sl termine delle operazioni di “recupero” della sostanza stupefacente, sottoposta a sequestro, la donna, tratta in arresto, è stata portata in carcere a Monza, mentre il figlio di 3 anni veniva affidato ad una comunità che si occupa di minori. Lo scalo intercontinentale di Malpensa, come si evince dai continui sequestri effettuati dalla Guardia di Finanza, si conferma un’importante luogo di passaggio della droga, proveniente anche, come in questo caso, da paesi europei.
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