Mille in campo tra canestri e amicizia: arriva il Trofeo Garbosi
Presentata la 32a edizione del torneo giovanile dedicato all'allenatore che diede a Varese il primo scudetto, cinquant'anni fa. Il via venerdì 22, finali al palazzetto la mattina di Pasquetta
Cinquant’anni fa esatti, nell’aprile del 1961, Varese stava festeggiando il suo primo scudetto nella pallacanestro, conquistato dalla Ignis di patron Borghi nella vecchia "casa dello sport" di via XXV Aprile. Alla guida di quella squadra da leggenda c’era un allenatore di origine veneziana, Enrico "Rico" Garbosi, deceduto troppo presto ma il cui ricordo è ancora ben solido sotto i canestri della nostra città. Il motivo è legato, oltre che per quell’impresa sportiva, per il grande torneo che tornerà a "inondare" le palestre della provincia nella settimana di Pasqua per la trentaduesima edizione: il "Trofeo Garbosi" si è presentato stamattina – venerdì 15 – a Villa Recalcati alla presenza di tanti amici del mondo del basket (Recalcati, Galleani, Zambelli, Bianchi, Chiapparo, Lucarelli, Corsolini… e forse ci dimentichiamo qualcuno).
Inutile addentrarsi nei discorsi tecnici, anche se a Varese arriveranno molte delle formazioni più interessanti del panorama nazionale nelle tre categorie impegnate – Esordienti (1999/2000), Under 13 (’98) e Under 14 (’97) – perché il "Garbosi" è prima di tutto un evento a metà strada tra lo sportivo e il culturale. Cultura nel senso più ampio del termine, perché i ragazzi provenienti da tutta Italia e in qualche caso dall’estero saranno ospitati dalle famiglie dei giovani giocatori varesini. «Si sentono dialetti nuovi, si provano cibi che magari a casa propria si usano poco, si stringono amicizie tra persone, ma anche tra società, che si rinnovano ogni anno e che durano una vita» ricordano Paolone Vittori e Linda Brautigam, i maggiori deus ex machina del "Garbosi".
Un appuntamento che rende bene l’idea della propria grandezza quando si sfogliano le pagine relative ai numeri, cifre «da far tremare i polsi» come ha sottolineato il segretario del Coni varesino, Ito Giani, uno che di grandi manifestazioni se ne intende avendo partecipato da atleta alle Olimpiadi.
Mille giovani atleti, 58 squadre di 40 diverse città (tre straniere), 150 partite compresa quella che vedrà in campo due squadre formate da giocatori diversamente abili, e ancora 40 arbitri, 120 dirigenti e 150 tecnici e istruttori ad alternarsi sulle panchine.
Un vero e proprio esercito con il pallone in mano che vedrà la sua sublimazione nella mattinata di Pasquetta quando il PalaWhirlpool ospiterà due finalissime (U14 e U13) e soprattutto la sfilata – rumorosa, sorridente e colorata – di tutti i partecipanti al torneo. «In quell’occasione suggeriamo sempre di guardare in alto – spiega Vittori – perché tutti possano vedere gli stendardi dei trofei conquistati nella storia del basket varesino di cui Garbosi fu un pioniere. In pochissimi, un domani, calcheranno quel parquet da professionisti ma tutti si ricorderanno di quest’esperienza».
Compatti i politici intervenuti – nell’occasione gli assessori provinciali De Bernardi Martignoni e Baroni e il sindaco Fontana – nel ricordare l’importanza di questo appuntamento per il territorio, sia sotto il profilo sportivo sia sotto quello dell’amicizia, sia per la promozione della zona; puntuale Vittori nel ricordare l’impegno degli sponsor, che oltre a qualche grande marchio comprendono anche tanti amici che donano un contributo minore ma ugualmente importante. Bella l’iniziativa lanciata da Linda Brautigam, di sostenere con un versamento il "Dinamo Camp", un’associazione che organizza camp estivi per bambini malati di tumore.
Inutile invece stare a snocciolare gli elenchi di squadre, orari e palestre che però sono consultabili sul sito ufficiale www.trofeogarbosi.it. Lunedì, sempre nella Sala Trofei di Villa Recalcati (a proposito: da oggi viene esposto anche il trofeo realizzato anni fa dallo scultore Scampini apposta per il "Garbosi") toccherà presentarsi al "Barilà", altro splendido appuntamento del basket giovanile pasquale. Varese torna di nuovo capitale del basket: il minimo a cinquant’anni da quello scudetto che porterà per sempre la firma di "Rico".
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