Terzani fa riflettere sulla vita
“La fine è il mio inizio”, la narrazione cinematografica degli ultimi mesi di vita del grande giornalista e scrittore
Già da qualche settimana in proiezione al Nuovo di Varese il film “La fine è il mio inizio” di Folco Terzani. Non è la mera trasposizione cinematografica dell’omonimo best seller di Tiziano Terzani, bensì la narrazione degli ultimi mesi di vita del grande giornalista, ormai segnato dal tumore, malattia con cui ha convissuto per diversi anni. Un film che apre a riflessioni e meditazioni, a tratti toccante. Non c’è il racconto del grande giornalista, ma quello di un uomo prossimo a distaccarsi definitivamente dal mondo.
Il film si apre con l’immagine di un cerchio tracciato con la china, a simboleggiare l’intero ciclo di vita di ogni essere umano sulla terra. In questo caso, il cerchio stringe e racchiude alcune riflessioni di Tiziano, pensieri che egli ha voluto confidare al figlio Folco. Da qui è nato un libro ed ora anche un film da cui si possono comprendere, a grandi linee, le idee di un giornalista che, dopo aver raccontato le varie guerre che si sono succedute in Asia negli ultimi decenni del secolo scorso, ha compreso che l’unica via verso la pace dei popoli è l’attuazione di una “rivoluzione” interiore pacifista. Le guerre non portano democrazia, bensì morte, dolore e povertà. Ma un’altra cosa va cambiata nel mondo, ed è la dipendenza dai valori consumistici che ci rendono apparentemente liberi e che tuttavia ci conduce ad una nuova forma di schiavitù e di dipendenza, legata ai valori del mercato e dell’economia.
Terzani, illustra al figlio la dimensione spirituale del senso dell’esistenza, dimensione che appartiene a qualsiasi essere umano. Insieme al figlio si reca su di un belvedere nei pressi di Orsigna, cittadina toscana in cui il giornalista ha passato gli ultimi mesi della sua vita, simbolicamente a ricordare il periodo da questi passato sui monti dell’Himalaya. Si apre mirabilmente un panorama di cime montuose e valli, un’immagine di quel mondo cosmico di fronte al quale «si può avere per un attimo la folgorazione di appartenergli», dice Terzani.
Ottimo film e ottimi i commenti musicali, di cui alcuni originali, del maestro Ludovico Einaudi.
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