Recalcati: “Concesso troppo a rimbalzo”
Il coach spiega: "Dobbiamo ridurre da qualche parte il gap tra noi e loro, stavolta non ci siamo riusciti. Complimenti a Cantù"
Non può certo essere contento di quanto la sua Cimberio ha fatto in gara1, coach Carlo Recalcati, che ammette senza remore una sconfitta netta al rientro negli spogliatoi. «Anzitutto è doveroso fare i complimenti a Cantù che ha giocato una grande partita che va al di là dei nostri demeriti. Abbiamo toccato con mano una cosa di cui avevamo parlato in sede di preparazione: se non riusciamo a lavorare alla pari a rimbalzo, la Bennet ci è superiore. Dobbiamo ridurre da qualche parte il gap tra noi e loro, e sotto i tabelloni sembrava una cosa possibile: invece ciò non è accaduto e ci siamo trovati subito in difficoltà, innervosendoci quando abbiamo concesso i secondi tiri a Cantù. Poi, è evidente, abbiamo sbagliato al tiro oltre ogni misura mentre i nostri avversari sono andati alla grande. E’ andata male, ma tra 48 ore si ricomincia con un’altra partita».
Recalcati non parla di assenze fino a quando qualcuno le fa notare, ma affronta l’argomento soprattutto in chiave futura: «Per questa sera ringrazio Kangur che non avrebbe dovuto giocare e invece si è reso disponibile a darci qualche minuto, nonostante la caviglia evidentemente malandata. Sugli altri non so fare una previsione: Fajardo è dieci giorni che speriamo di riattivarlo e invece continua ad avere male, Rannikko soffre di un colpo più fresco e la sua condizione non mi fa essere ottimista. Diciamo che tra i due spero di più in Diego, per la partita di venerdì».
Sulla serata incolore di alcuni singoli, a partire dagli americani Goss e Slay, il coach non intende dilungarsi: «Di loro e degli altri, voglio parlare solo alla fine della serie. Non li giudico per quanto visto questa sera».
Infine, quando gli chiedono se in gara 2 ci sarà una prova d’orgoglio, Charlie sottolinea: «L’orgoglio è un patrimonio che ciascuno ha dentro di sé. Credo che a nessuno faccia piacere perdere una partita importante in maniera netta e fare brutta figura. Le motivazioni c’erano prima e ci sono a maggior ragione adesso».
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