La gente di Cassano a Basso: “Ivan, vinci il Tour”

Villa Oliva ha ospitato la presentazione della biografia del campione alla vigilia della partenza per la Francia. E gli ha chiesto di esaudire il sogno di tutti

Ci sono tanti modi per muovere il primo passo verso il proprio obiettivo, che poi è pure il proprio sogno. Ivan Basso ha scelto di inziare il suo viaggio in direzione Tour de France insieme alla gente che più gli vuole bene, che ha condiviso con lui gioie e dolori fin da quando era bambino: i suoi concittadini di Cassano Magnago.
Ne sono arrivati tanti, a Villa Oliva, dove il Comune ha organizzato l’unica presentazione pubblica dell’autobiografia di Ivan, “In salita controvento”, prima dell’inizio del Tour. Un appuntamento che non poteva passare inosservato, perché Basso da queste parti è una sorta di eroe nazionale oltre a essere popolarissimo, e anche perché – come ha ricordato il co-autore del libro, Francesco Caielli – c’è tanta Cassano nel volume edito da Rizzoli. E dopo un po’ di timidezza e scaramanzia, dalla platea c’è una sola richiesta reale che si alza in direzione del due volte vincitore del Giro: «Devi vincere il Tour de France». Lo grida il figlio dell’ex corridore Mario Ricci, lo ribadisce Mariarosa Panizza, la vedova di Miro che di Ivan è quasi una parente al pari del marito, uno che vide presto in quel ragazzino di Cassano il campione del futuro. E lo pensano tutti gli altri, capitanati dal primo cittadino Aldo Morniroli, che ha usato una formula sottile e arguta: «Il libro che presentiamo questa sera sta andando a ruba – ha detto il sindaco – e non ho dubbi che ne venga fatta una ristampa. Ma a quel punto, la copertina con le scritte rosa dovrebbe cambiare colore: io suggerisco il giallo».
Basso non si sottrae al gioco e non nasconde i suoi sentimenti: «Nel mio cuore e nella mia testa so di volere vincere il Tour prima di lasciare il ciclismo e credo davvero di poterci provare quest’anno. Conosco questa corsa ancor più del Giro, so come bisogna comportarsi nei vari momenti, la ritengo congeniale alle mie caratteristiche. Quindi ho già avvisato Francesco (Caielli ndr) di tenersi libero nei prossimi mesi…» chiude tra le risate generali.
Incalzato dallo stesso Caielli e dalle altre domande del pubblico, Basso ha quindi toccato diversi aspetti che si ritrovano nel libro, fedele alla linea adottata e cioè di raccontare un Ivan inedito, privato, lontano da quello che si ritrova negli almanacchi di ciclismo o nei semplici articoli di cronaca sportiva. E così spuntano i ricordi degli insegnanti («che mi considerano tutt’oggi un amico, da quelle dell’asilo ai professori delle superiori, nonostante a scuola fossi un disastro»), i pensieri dedicati alla fede («per me è importantissima, e persone come don Gabriele e madre Genny sono state fondamentali con la loro vicinanza») o alle persone che non ci sono più, come mamma Nives o Aldo Sassi «che professionalmente ho conosciuto tardi ma che, pur non essendoci più, mi ha chiesto di portargli un’altra cosa», sottintendendo la maglia gialla.
E poi il pensiero del campione varesino torna ai supporters, da quelli storici sino ai ragazzini che – con la divisa del Velo Club Cassano – assistono alla discussione in prima fila. «Tutti hanno alcune persone vicine, ma per uno sportivo questa cosa ha una valenza particolare. Perché ci sono i tifosi che sono il vero e proprio motore, sia in gara sia in allenamento. Gente che sceglie di seguirti, di partire da casa per venire a incitarti, che rinuncia al tempo libero per andare alle corse. Nel libro dico quanto mi hanno sostenuto nei primi mesi di squalifica, quando mi aspettavano sottocasa per allenarsi con me, ma ciò accade ancora oggi. Anche stamattina, quando sono uscito con i bimbi c’erano due ragazzini pronti a pedalare: cose che, vi assicuro, sono piccoli-grandi segnali che fanno bene al morale».
E tra il pubblico, quando Basso si concede una lunghissima “sessione” di autografi e fotografie, non manca chi all’orecchio gli sussurra: «Guarda che al Tour ci saremo anche noi. A Pinerolo di sicuro, ma vogliamo arrivare fino a Parigi». E il motore di Ivan fa un nuovo pieno di carburante, per fare rotta sulla Francia.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Giugno 2011
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