“Le elezioni non le ha decise la Lega”
Un'analisi del voto di Massimo Gnocchi e Gianluca Tonellotto, sostenitori di Buffoni al primo turno. Con attenzione alle scelte della Lega e dei partiti minori al secondo turno
Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’analisi del voto gallaratese da parte di Massimo Gnocchi e Gianluca Tonellotto, sostenitori della candidatura a sindaco di Andrea Buffoni.
Innanzitutto, un sincero augurio al neo Signor Sindaco Edoardo Guenzani.
Veramente vorremmo augurare un buon lavoro, non rinunciando però a voler mettere in evidenza alcuni dati che, soli, permettono di comprendere appieno alcuni aspetti di queste elezioni amministrative, che forse ai più sfuggono.
I 4.316 voti in più accordati rispetto al primo turno sono necessariamente frutto dei diversi “outing” pro Edoardo Guenzani, fatti da coloro che per primi hanno aperto con coraggio la strada al cambiamento, nell’ordine, da Unione Italiana Buffoni Sindaco, Federazione della Sinistra di Ennio Melandri, Gallarate Onesta e Libertà per Gallarate di Giovanna Bianchi e da una parte di elettori, esattamente 1.779, che al primo turno hanno votato altro o, addirittura, non si sono espressi.
Con altrettanta sicurezza, possiamo affermare come i voti di Unione Italiana Buffoni Sindaco, Federazione della Sinistra e Pensionati, abbiano naturalmente determinato l’esito del primo turno, accompagnando Edoardo Guenzani al ballottaggio contro Massimo Bossi e a scapito di Giovanna Bianchi e di chi la sosteneva.
Certamente con rammarico, Unione Italiana Buffoni Sindaco e altri non sono stati chiamati a siglare un’intesa formale attraverso cui sentirsi partecipi del nuovo corso di un’Amministrazione che si avvia a operare a vantaggio di tutti i cittadini gallaratesi.
Massimo Bossi, il PDL e le altre formazioni che lo appoggiavano, invece, siglato un apparentamento con i Pensionati, è stato in grado di raccogliere 1.503 voti in più del primo turno, di cui, naturalmente, 200 da parte dei Pensionati e 1.300 da parte di chi aveva già espresso un voto a favore di Giovanna Bianchi.
In tutta evidenza, numeri che non ammettono valutazioni diverse, raccontano di un apporto quasi alla pari degli elettori del “terzo polo” di Giovanna Bianchi a favore dei due contendenti.
Dunque, se è doveroso pensare a un vero bilancio politico di fronte a tali situazioni e a numeri incontestabili e a prova di smentita, possiamo ben affermare che anche in una della città del “nord padano”, sia terminato un troppo lungo periodo, iniziato nel lontano 2001, da un sinergico quanto dannoso abbraccio tra Forza Italia, Lega Nord, AN CCD-CDU, proseguito con interesse da un bis nel 2006, in cui a Gallarate, come in tutto il paese, sino a pochi giorni fa, non aveva visto “niente e nessuno” parlare di certe cose.
Se qualcuno ha sbagliato, allora non sono solo i dirigenti locali del PDL gallaratese, ma certamente anche chi ha permesso di “fare e disfare” grazie al contributo di voti portati loro per aiutarli a vincere senza porre le dovute puntualizzazioni nei programmi. Certo è possibile distinguere comportamenti di singoli politici dalle scelte dei partiti, ma tant’è, come, a mero esempio, l’indignazione e l’imbarazzo quando si nominò il nuovo direttore generale di AMSC e a rimarcare l’accaduto, nelle piazze, ritrovammo il PD lasciato solo.
A Edoardo Guenzani e ai suoi sostenitori ora si presenta il difficile compito di raccogliere ancora un consenso maggiore, come dal primo al secondo turno del voto amministrativo, in parte originato dalla giusta reazione dei gallaratesi ai tanti errori amministrativi commessi in città, e non a forzarsi a inseguire improbabili nuovi scenari politici, visto ciò che accade a livello provinciale, regionale e nazionale.
Diversamente, si fallisce l’occasione di aprire un nuovo positivo periodo, senza che il “laboratorio politico a Gallarate”, per essersi “avventurato ai confini della ricerca” diventi implosivo.
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