Max Gazzè: “E adesso canto Bach e Mozart”
Un nuovo progetto per il cantautore romano che lo vedrà impegnato con l'Orchestra Toscanini di Parma. Intanto, continua il suo tour di successo "Quindi?!"
Arriva da un anno di successi Max Gazzè. Un tour lungo tutta l’Italia che si chiama “Quindi?!”, così come il suo ultimo album, «nato con semplicità e senza necessità di dimostrare chissà cosa» come dice il cantautore romano. Eppure canzoni come “Mentre dormi”, “A cuore scalzo”, “La cosa più importante” sono cantate a squarcia gola e non hanno nulla da invidiare a pezzi come “Annina mia”, “Cara Valentina”, “Il timodo ubriaco”, ” L’uomo più furbo”, ” Se piove”. Sarà perchè basta guardare Max Gazzè mentre suona per capire che per lui, fare musica, è la cosa più naturale del mondo, «non potrei farne a meno. Non ho mai cercato di stare ai vertici delle classifiche, certo è meglio esserlo perchè questo ti permette di continuare a suonare dal vivo». Capelli sempre più ricci, un fiore tra i capelli, basso al collo e la semplicità che lo contraddistingue anche sabato sera, 25 giugno, a Pero, al Parco Papa Giovanni XXIII, ha cantanto davanti a più di duemila persone con la band di sempre: Giorgio Baldi alle chitarre, Clemente Ferrari al pianoforte e Cristiano Micalizzi alla batteria, creando energia elettrica ed un’atmosfera unica. Un pubblico di tutte le età che ha cantato ogni pezzo, senza perdersi un attimo e chiamando Max che dal palco giocava con musica e parole.
Durante la serata una ragazza ti ha definito un “poeta randagio”. É così che ti senti?
«Poeta randagio non lo so (ride ndr), sono un musicista punk. Non potrei non fare musica, è un linguaggio che permette di veicolare emozioni, cogliere stati emotivi. Vivere la musica è una forma di comunicazione parallela. Quando sei su un palco puoi parlare quel linguaggio li, c’è uno scambio tra te e il pubblico ed è un processo artistico di cui ho bisogno. Io faccio questo come un cuoco fa nelle sua cucina, un pittore nel suo studio…».
Come è nato questo ultimo disco? E perchè la scelta di questo titolo?
«In studio, un lavoro in cui le canzoni sono nate in modo naturale e dove i suoni sono stati registrati per metterli al servizio della canzone. Per i testi scrivo e collaboro con mio fratello o con Gymmi (Santucci ndr) e mi piace interagire con scritture che non propongo io ma che interpreto e veicolo al pubblico. Il titolo vuole essere un punto di arrivo e di partenza, ci sono domande a cui non si deve dare una risposta, è il fascino del procedere ogni giorno, altrimenti sarebbe noioso. Quindi?!, è il contemplare il procedere che accade ogni giorno».
Hai interpretato un ruolo fantastico in Basilicata Coast to Coast, ti rivedremo al cinema?
«Vorrei ripetere in qualche modo l’esperienza ma non ho necessità di entrare nel ruolo di attore. Aspetto che Papaleo scriva il suo nuovo film, credo sia giusto dare a lui l’esclusiva in qualche modo, è stata molto bella ma io faccio sempre musica».
Dove ti rivedremo dopo il tour estivo?
«Ho un progetto con la Filarmonica Arturo Toscanini di Parma, “L’uomo Infonico”, dove canterò e suonerò brani riarrangiati di Brahms, Puccini, Mozart. Non voglio competere con i grandi tenori, nè diventare il nuovo Pavarotti ma dare una mia chiave interpretativa».
Ti ci vedi nel ruolo?
«Mi ci vedo bene, mi piace sperimentare, mettermi alla prova. La priorità nella vita è fare esperienza».
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