Scommesse: toccate anche Atalanta e Siena

Secondo il gip che indaga sul giro di gare truccate «l'organizzazione rischia di aver falsato anche i campionati in corso». Le società, non coinvolte direttamente, si difendono

Tre gare dell’Atalanta e una del Siena sono tra le diciotto messe sotto inchiesta per lo scandalo sul calcioscommesse esploso con una serie di arresti effettuati la scorsa notte, un po’ in tutta Italia. La formazione bergamasca e quella toscana sono le due squadre già promosse dalla Serie B alla Serie A: logico che la notizia faccia scalpore anche (ma non solo) a Varese, con i biancorossi quarti al termine della stagione regolare e in procinto di giocare la semifinale playoff contro il Padova.
Naturalmente, e ciò va sottolineato con attenzione, è prestissimo per fare qualsiasi ipotesi: si può andare dalla bolla di sapone a conseguenze gravi, con tutti i gradi intermedi possibili e immaginabili. Anche perché le indagini hanno messo a fuoco, come detto, 18 incontri ma su molti altri si starebbero cercando riscontri. Sull’argomento però registriamo parole importanti da parte del giudice per le indagini preliminari che si sta occupando del caso, il dottor Salvini: è lui infatti a scrivere che l’organizzazione creata dagli accusati «rischia di aver falsato alcuni dei risultati dei vari campionati. Basti pensare che Atalanta (nella foto la curva dei tifosi della "Dea") e Siena sono state promosse in Serie A e si tratta di due delle squadre coinvolte».
A prima vista, tra le due, è la società nerazzurra quella maggiormente toccata dall’inchiesta: sono tre gli incontri sospetti degli orobici, contro Ascoli, Piacenza e Padova (proprio la prossima avversaria del Varese) e tra i ventotto indagati c’è il capitano atalantino Cristiano Doni che in passato venne prosciolto per accuse simili. Il Siena è invece coinvolto per la partita vinta 4-0 con il Sassuolo. Tra le prime reazioni registrate nel pomeriggio ci sono quelle del tecnico bergamasco Colantuono e del ds senese Perinetti. Colantuono è perentorio: «È tutta una comica – si legge in un’intervista rilanciata dai giornali nazionali – La nostra promozione come quella del Siena è meritata e legittima e non può essere messa in discussione. E ancora più assurdo è il coinvolgimento di Doni». Il dirigente del Siena, a sua volta ribadisce: «Siamo una società che fa le cose per bene, mi sembra difficile che possiamo essere coinvolti in cose del genere. Se i tesserati del Sassuolo (che contro il Siena perse 4-0 ndr) hanno fatto qualcosa sulla loro pelle che non dovevano fare, i problemi sono loro».
Va detto che per il momento non emergono accuse direttamente a carico delle società: ciò vale sia per Atalanta e Siena, sia per l’Ascoli (coinvolti però i giocatori Sommese e Micolucci) sia pure per la Cremonese che, anzi, avrebbe dato il via all’inchiesta denunciando i malesseri riscontrati da alcuni propri tesserati, cui il portiere grigiorosso Paoloni (uomo chiave della vicenda – nella foto a lato commette il fallo da rigore nella finale di C1 contro il Varese) aveva somministrato un calmante per alterarne le prestazioni, almeno secondo le accuse.
Restando geograficamente nella nostra zona, si è appreso che tra le persone sottoposte a custodia cautelare ci sono anche due calciatori noti in Canton Ticino, per la loro militanza nel Chiasso. Uno è l’ex fiorentino e doriano Mauro Bressan (ora ritiratosi), l’altro è lo slovacco Almir Gegic che secondo gli investigatori sarebbe esponente di spicco dei cosiddetti "zingari", uno dei gruppi che hanno formato l’organizzazione dedita alle scommesse. Gli altri nuclei sono ribattezzati "albanesi" e "bolognesi" e proprio in quest’ultimo ambito si sarebbe mosso Beppe Signori, l’ex centravanti della nazionale e il volto più noto tra quelli coinvolti dall’operazione "Last Bet", l’ultima scommessa.

Per saperne di piùBergamonewsVascello Cremona

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Pubblicato il 01 Giugno 2011
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