“Vi facciamo sorridere, così verrete in vacanza da noi”

Le campagne di Svizzera Turismo generano sul territorio un fatturato di oltre due miliardi di euro. Il fattore di questo successo? L'autoironia

sebi e paul svizzera turismoSi chiamano Sebi e Paul e sono dei veri contadini svizzeri. Nella vita fanno i montanari nelle regioni centrali e nel tempo libero i testimonial. Sono loro infatti la nuova divertente scoperta di Svizzera Turismo, la società che da circa cent’anni si occupa di promuovere le vacanze in territorio elvetico. Sebi e Paul sono diventati famosi grazie a internet e alla tv: dopo aver trasportato un grosso masso su e giù dalle cime per rendere perfetta l’escursione in montagna ma anche per essere scesi in città con un vecchio trattore e aver fatto shopping e bagordi per tutta la notte, senza naturalmente abbandonare la cuffia di lana e al camicia a quadri di flanella. Fanno ridere, oltre che venire voglia di partire. Ed è proprio sull’ironia che si basano quasi tutte le ultime campagne pubblicitarie dell’agenzia di marketing territoriale della vicina confederazione. «Negli ultimi anni – spiega Francesca Rovati, responsabile della comunicazione di Svizzera Turismo per l’Italia – abbiamo cambiato la strategia di comunicazione. La Svizzera era percepita come una meta turistica di altissima qualità ma un po’ fredda nell’accoglienza. Un luogo comune che abbiamo cercato di modificare. E il modo migliore per farlo ci è sembrato quello di ironizzare su noi stessi, sulla pignoleria svizzera. È nato così un filone divertente di spot che promuove l’attenzione maniacale ai dettagli e di conseguenza la "costruzione" della vacanza perfetta. Nel 2009 abbiamo lanciato anche un pesce d’aprile: i pulitori di montagne. Funzionò bene, passando comunque anche il messaggio promozionale».

sebi paul svizzera turismoPoi sono arrivati Sebi e Paul…
«Sono stati scelti perché rappresentativi come fisionomia e modo di fare della svizzera rurale. Hanno iniziato con gli spot: il primo è stato quello del masso trascinato su e giù dai monti. L’anno scorso infatti il tema centrale è stato l’escursionismo, quest’anno sarà l’estate nelle città. La Svizzera presenta una contiguità unica tra montagna e centri urbani. Un turista può passare la giornata nella natura e in meno di un’ora trovarsi in città a fare acquisti o divertirsi».

Come si finanzia Svizzera Turismo?
«L’attività dell’agenzia è sostenuta da contributi della confederazione e delle singole destinazioni turistiche». Nel 2010 la quota della Confederazione è stato pari a 47.750.000 di franchi ai quali si sono aggiunti circa 6 milioni versati da altri enti, tra cui i Cantoni, le Ferrovie Svizzere, le organizzazioni turistiche e anche le industrie interessate al turismo. A queste entrate si sono aggiunti oltre 31 milioni di proventi di marketing. «La nostra strategia promozionale si articola in quattro aree: il rapporto con i media, sia generalisti che di settore, il trade e quindi la promozione attraverso le agenzie viaggi e i tour operatori, la pubblicità e gli eventi e infine l’e-marketing».

Quanto conta oggi internet per chi fa promozione turistica?
«Per capirlo – aggiunge Rovati – bisogna mettersi nell’ottica del turista. Una volta si compravano le riviste cartacee per farsi un’idea delle mete e delle offerte. Da dieci anni a questa parte la scelta delle vacanze viaggia on line. E di conseguenza il 30 per cento del budget di Svizzera Turismo viene destinato a internet, compresi i social network (solo per il marketing l’agenzia ha investito nel 2010 più di 60 milioni di franchi, ndr). Il nostro sito è ricchissimo di informazioni, c’è un aerea per le prenotazioni on line, per video e immagini oltre alle applicazioni per cellulari e iPhone».

E i risultati, come si misurano?
Secondo le proprie stime Svizzera Turismo genera oggi un pernottamento su sei, quasi un nuovo cliente su quattro e per gli ospiti dei mercati lontani addirittura uno su tre. Il fatturato generato dall’agenzia ammonta a 2,1 miliardi di franchi svizzeri. Il settore turistico svizzero ha tenuto bene nonostante la crisi. Siamo riusciti ad attirare nuovi turisti dai paesi emergenti ed extra Ue: Brasile, Cina, India. Un incremento che ha bilanciato le difficoltà del mercato europeo. Oggi dobbiamo però fare i conti anche con il cambio sfavorevole tra euro e franco, anche questo ha penalizzato il turismo dai paesi dell’Unione».

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Pubblicato il 03 Giugno 2011
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