Basso ha la testa in montagna: “In salita darò tutto”
Giornata di riposo al Tour de France. Il varesino fa il punto: «Per ora soddisfatto, dai Pirenei penso ad attaccare». Sui rivali: «Se Evans continua così, diventa il favorito»
Undicesimo in classifica, con un ritardo di 3’36" dalla maglia gialla Thomas Voeckler e – quel che più conta – un distacco di 1’10" da Cadel Evans, il migliore tra i favoriti per la vittoria finale. Il Tour de France di Ivan Basso (foto da www.teamliquigascannondale.com) si è fermato oggi (come per tutti gli altri) per via del primo giorno di riposo, utile per riposare i muscoli, rinfrescare la mente e soprattutto fare il punto di quanto accaduto fino a qui.
«Sono state nove tappe intense, nervose e faticose – dice il capitano della Liquigas – ed esserne uscito indenne è una grande conquista in vista della bagarre che si aprirà sulle montagne».
Da domani dunque inizia la parte centrale della corsa gialla, quella che porta ai Pirenei e che darà certamente un primo rimescolamento alla classifica generale. «Se mi avessero proposto di chiudere con pochi secondi di ritardo una prima settimana di corsa simile, con arrivi poco adatti alle mie caratteristiche, ci avrei messo la firma. Abbiamo avuto una sola giornata negativa, quella della cronosquadre, ma nel resto delle tappe abbiamo dimostrato di essere pronti, con i miei compagni attenti a proteggermi ogni giorno. Poi sono anche stato fortunato perché finora non sono rimasto coinvolto in cadute ma la mia proverbiale prudenza mi ha aiutato in questo. Non amo correre rischi e talvolta spendo qualcosa in più in termini di energie rispetto agli avversari, però preferisco perdere energie che la possibilità di giocarmi il Tour».
Basso sa bene qual è il terreno a lui più congeniale: «La salita, ovviamente, e su quella punterò per fare la differenza. Giovedì ci sarà Luz-Ardidenne e da lì il gioco si farà duro. Nel frattempo Voeckler, che è corridore esperto, cercherà di mantenere la maglia gialla».
Infine Ivan dà uno sguardo d’insieme ai principali avversari rimasti in corsa, dopo la selezione che purtroppo è arrivata a causa delle cadute che hanno tolto di mezzo Vinokourov, Van den Broek, Wiggins e quasi tutta la Radioshack. «Impossibile dire come stanno gli altri, perché i percorsi non sono stati selettivi e molti si sono un po’ nascosti. Evans è quello che si è dimostrato più in forma, anche se dalla sua c’erano percorsi favorevoli; se mantiene questo livello anche su Pirenei e Alpi, è il favorito. Andy Schleck s’è visto poco ma pedala bene e con il fratello Frank può creare superiorità numerica. Poi ci sono gli spagnoli: Sanchez è rimasto nascosto ma l’ho visto brillante, Contador resta il più forte e sulla salite sarà il più temibile. Per il podio non escludo Kloeden e Gesink che hanno terreno e forza per recuperare. Detto questo però il mio primo pensiero è per la prestazione personale: sono sereno e motivato, conscio di poter dire la mia e se alla fine qualcuno si dimostrerà più forte, onore a lui. Io, di certo, non risparmierò una goccia di sudore».
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