Blanco: “Il Borri diventi la casa della Cultura”
L'esponente dell'Udc chiede a sindaco e amministrazione "coraggio" per portare avanti un progetto che preveda lo sviluppo della cultura a 360 gradi dall'arte allo sport, dall'editoria ai vecchi mestieri
Del recupero dell’ex-calzaturificio Borri se ne parla da anni, ormai. Proprio di recente l’ex-industria calzaturiera è tornata al centro della discussione e Roberto Blanco, candidato dell’Udc alle ultime elezioni amministrative, propone la sua visione di recupero di questo edificio: «Proponogo da almeno due campagne elettorali una rivalutazione del Calzaturificio Borri, con un progetto in continua elaborazione fin dal 2006 – racconta Blanco – l’aspetto principale del progetto, è una Biblioteca/Museo multiservizi con particolare riguardo all’utilizzo della stessa Biblioteca/Museo ad iniziare dai ragazzini delle elementari passando per le primarie, secondarie, universitari e tutti i cittadini e le famiglie, di Busto Arsizio e di tutti quei comuni che abbiano piacere di usufruire del servizio».
Secondo Blanco, oltre ai servizi legati all’editoria in generale, con tutto il materiale inerente alle informative a scopo di ricerche scolastiche, internet con collegamento Wi Fi, audiovisivi e audiolibri, sale dedicate al giornalismo, la scrittura, la poesia, alle arti figurative, pittorica e scultorea come a quella musicale e civica «bisognerebbe pensare anche ai mestieri locali, in quanto si sta perdendo ogni logica d’inventiva che i nostri avi artigiani ci hanno tramandato e, infine, alla cultura sportiva proprio perché è il primo approccio che i nostri figli hanno è il gioco, dove hanno modo di confrontarsi e di condividere esperienze di gruppo in completa serenità».
Blanco non tralascia le varie presentazioni editoriali e l’inserimento delle conferenze a tema sugli argomenti citati in precedenza: «Va data qualità alla crescita sia culturale, ma soprattutto sociale e civile, dei nostri giovani stando sempre attenti a quello che sono le evoluzioni fisiologiche del tempo, mantenendo pressoché inalterate le esperienze maturate di chi li ha preceduti. Inserendo in gioco anche la possibilità di poter aiutare le associazioni, grandi o piccole che siano, con una dovuta regolamentazione, possano usufruire degli spazi a disposizione». Riguardo all’aspetto economico, che l’esponente Udc non vuole mettere in secondo piano, «la spesa dell’investimento potrebbe diventare nulla a confronto del servizio e degli introiti che ne possano derivare, (convenzioni editoriali, giornalistiche, televisive, ecc… ). Questo per la parte privata, il resto mi sembra superfluo ricordarlo, sono gli stessi finanziamenti pubblici che possono partire dalla provincia sino ad arrivare alla Comunità Europea».
In conclusione Blanco è convinto sia arrivata l’ora che si inizi ad operare ad un qualsiasi piano logico, di utilizzo che la stessa struttura di rilevanza storica e logistica suggerisce: «Fa davvero male vedere una struttura di così alto livello architettonico andare in rovina, visto che quando è stata acquistata, se non erro nell’agosto 2001, in quegli anni mio figlio era alle elementari ed ora si è iscritto all’università. Chiunque abbia un minimo di approccio alla politica amministrativa di Busto, è al corrente che le carenze di politiche giovanili d’avanguardia hanno portato disinteresse e male organizzazione alla fase di crescita dei nostri ragazzi, creando malumori e distrazioni che tutti noi paghiamo in termini di qualità d’intervento sociale. Serve quindi il coraggio politico e sociale di attuare un progetto senza perdite ulteriori di tempo. La Politica è servizio al cittadino, dove uomini e donne si mettono a disposizione dei loro concittadini, consapevoli di andare incontro a responsabilità soprattutto umane dove il rispetto per la Persona è primario ad ogni logica di potere».
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