Processo “Bala i ratt”, pagheranno i frontalieri

I lavoratori che avevano chiesto al giudice di conoscere in anteprima i contenuti della campagna dell'Udc dovranno accollarsi le spese legali. Per la pretura non ci sarebbero danni

Frontalieri beffati nel primo round della battaglia legale contro "Bala i ratt". Il giudice di Lugano ha condannato infatti i nuove lavoratori italiani, patrocinati dall’avvocato Paolo Bernasconi, a dover far fronte alle spese giudiziare del processo contro i manifesti dell’Udc svizzero. La cordata di frontalieri aveva interpellato la magistratura lo scorso 8 marzo, chiedendo di poter conoscere i contenuti della terza puntata dei manifesti anti stranieri prima della loro diffusione. Condizione che però era venuta meno fin dall’inizio poiché, prima della risposta della pretura di Lugano, il settimanale Il Caffé ne aveva pubblicato le immagini in anteprima. Il giudice, il giorno dopo, aveva perciò deciso di non pronunciarsi lasciando aperto soltanto il capitolo delle spese legali, pari a 350 franchi. Secondo il pretore, l’avvocato Franca Galfetti Soldini, non si rilevano inoltre elementi che potrebbero comportare un danno non riparabile ai lavoratori.
L’avvocato Bernasconi, che fin dall’inizio ha dichiarato guerra ai toni usati da quelli che ha definito i "partiti dell’odio", ha comunque dichiarato di non volersi arrendere e ha annunciato che presenterà un ricorso al Tribunale d’appello.

La vicenda – Tutto ha avuto inizio con i manifesti elettorali dell’Udc che raffiguravano i frontalieri e gli stranieri come ratti all’assalto della ricchezza svizzera. Una "trovata" che aveva scatenato una bufera di proteste sia da una parte che dall’altra del confine, arrivando perfino nelle sedi istituzionali di Roma e di Bruxelles.

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Pubblicato il 19 Agosto 2011
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