Reggiseno, mascara o bambole: i nascondigli della droga che non ti aspetti
Sempre più ingegnosi i trafficanti, sempre più attenti agenti delle Dogane e i finanzieri: fra maggio e luglio sequestrati 37 chili di cocaina, sei persone arrestate e tre denunciate
Nascosta nei trucchi, nei reggiseni, nei porta sapone, ma anche nelle bambole e nel pesce. Sono tanti i nascondigli in cui viene occultata la droga che arriva a Malpensa. Tutti oggetti che transitano presso i magazzini di temporanea custodia dell’area Cargo City e che le Fiamme Gialle di Malpensa ed il personale dell’Agenzia delle Dogane hanno individuato fra maggio e luglio. In totale sono stati sequestrati 37 chili di cocaina, sei persone sono state arrestate e tre denunciate a piede libero.
I carichi di merce venivano utilizzati per nascondere lo stupefacente: arrivavano dal Sud America (Argentina, Brasile, Perù) e dal Centro America (Costarica, Repubblica Dominicana). Diversi e strani i nascondigli scelti dai trafficanti: tra i più emblematici ci sono astucci di “mascara”, confezioni di marmellata, giubbotti e coperte impregnate di stupefacente, imbottiture di reggiseni, bambole di plastica, barattoli di pesce conservato, intercapedini di borse porta computer, filtri per acqua, porta sapone e spazzolini da denti, bulloni industriali.
Non si tratta comunque di novità per i finanzieri. Non sono rari i casi di trafficanti arrestati con droga nascosta nei luoghi più impensabili: nella gamba di legno, in una sella di cavallo, sciolta nelle parrucche, nel frullatore, addirittura nelle patate, svuotate e riempite di polvere bianca.
Al considerevole risultato, le Fiamme Gialle sono arrivate scovando la droga tra centinaia di migliaia di tonnellate di materiali sbarcati nell’aeroporto varesino. Vengono utilizzate sofisticate metodologie di “analisi del rischio”, basate su parametri connessi al luogo di provenienza e di destino della merce, sul tipo di prodotti ufficialmente dichiarati per l’importazione in Italia, sui soggetti che figuravano come mittente e destinatario, ma, anche, in misura non indifferente, sull’esperienza investigativa.
Gli arresti, nella loro globalità, corrispondono all’esecuzione di “consegne controllate”, cioè all’attuazione di “speciali” procedure, disposte dall’Autorità Giudiziaria, con le quali viene “ritardato” il sequestro dello stupefacente, facendo recapitare la droga, assieme alla merce dove è stata nascosta, a destino, “appositamente scortata”, per arrivare ad identificare ed arrestare i committenti della medesima, risalendo la “filiera” del traffico illecito, transitante dall’aeroporto.
Le località, in cui sono avvenute le “consegne a domicilio” e dove sono stati arrestati i responsabili sono le seguenti: Torino, Roma, Massa Carrara, Cremona, Bergamo, Livorno.
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