Una riflessione (semi) seria sull’abolizione delle feste laiche
La propone il Comitato Antifascista dopo che dal governo è stata ventilata l'ipotesi di accorparle al primo lunedì dopo la festa, se questa cade in settimana
Riceviamo e pubblichiamo una riflessione semiseria del Comitato Antifascista sulla proposta di abolizione delle feste cosiddette "non concordatarie", ovvero 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno, ferragosto
Il Comitato Antifascista di Busto Arsizio propone di abolire: il 25 dicembre giacché tutti quei signori vestiti di rosso e con la barba alla Karl Marx attentano alla sicurezza pubblica e poi perché ancora credere in quel giorno a Babbo Natale…c’è Berlusconi tutto l’anno!…e comunque far portare i doni ad un minore extracomunitario che sta infeddolito in una mangiatoia è reato…pare l’abbia detto anche Giovanardi! Propone inoltre di eliminare il ferragosto, cioè o è tutto chiuso o è tutto aperto. Cosa è ‘sta confusione per cui a Gabicce è aperta anche la toelettatura per peluche e a Busto ti vengono i capelli dritti per trovare qualcosa aperto?! Al lavoro!
Il Comitato antifascista ha notato con rammarico che il nostro destro governo ha dimenticato di abolire l’8 marzo…aihaiai Sig.ra Longari lei mi cade proprio lì, sul ministero…non che ce ne fosse bisogno di abolirlo, anzi vorremmo istituire ufficialmente la festa con riposo per poter far meglio la festa alle donne come il nostro beneamato Premier ci ha mostrato (proposta avanzata dalla parte maschile del Comitato Antifascista, mentre le donne facevano strani gesti con le dita e gridavano agli uomini di andare da qualche parte).
E perché poi mantenere la domenica come giorno di festa? E i pensionati che non fanno niente tutto il giorno riconoscono la differenza con gli altri giorni della settimana? Mica potranno lavorare solo i calciatori che fra l’altro vogliono pure incrociare le gambe e fare sciopero! Comincino gli anziani a rimettersi in attività…cioè anziché il sabato, si istituisca "la domenica fascista".
Il Comitato Antifascista suggerisce anche di cambiare il detto "Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi" con il più semplice "A chi la Pasqua? A noi!"…e dato lo spirito di sacrificio insito già nella relativa festività, abolirla e lavorare.
Anche le feste dedicate a mamma e papà andranno eliminate per evitare quella disdicevole e diseducativa domanda fatta ai figli: "a chi vuoi più bene alla festa del papà o a quella della mamma?"…pare che ciò Giovanardi non l’abbia detto, ma pensato intensamente…pensando anche alle fatiche del Premier che deve girare fra le sue varie famiglie creandogli così imbarazzanti leggitimi impedimenti. Scusate, ci stavamo dimenticando il 27 gennaio. La Giornata della Memoria…a cosa serve ricordare? Trasformiamola in una "giornata di visita gratuita dai neurologi" con il solo pagamento del nuovo ticket governativo finalizzata alla prevenzione dei disturbi alla sfera del ricordo a lungo termine (settant’anni o giù di lì). Via tutte le feste patronali…è tempo di crisi e bisogna istituire "le feste padronali" in cui si torna tutti al lavoro aggratis secondo il motto "più PIL per tutti!".
Ecco la serie di proposte (tanto notiamo che al peggio pare non ci sia mai fine) del Comitato Antifascista di Busto A. in risposta all’ignobile idea di toccare il 25 aprile, il 1 maggio e il 2 giugno che questo governo sempre più in camicia nera con sfumature verdi ha avanzato. Giù le mani dalle feste operaie e dei lavoratori, partigiane e della Liberazione, e unitarie e per la Costituzione. Giù le mani dalle feste laiche. Giù le mani dal diritto alle persone a tirare un respiro, ad incontrarsi e anche di prender coscienza dello stato delle cose. Ci affianchiamo allo sdegno di Anpi e di tutte le reltà antifasciste ed annunciamo che in autunno la Festa per le Feste la faremo noi.
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