La situazione migliora ma la crisi incombe: torna il pessimismo tra gli artigiani
I risultati del questionario di CNA Varese alle imprese associate: il secondo del 2011 e il dodicesimo dall’autunno del 2008, quando è deflagrata la crisi
Nella seconda decade del mese di Settembre la C.N.A. di Varese ha effettuato, rivolgendosi alle imprese associate – per la seconda volta nel 2011 e per la dodicesima dall’autunno del 2008, quando è deflagrata la crisi – una ricognizione sul loro andamento economico, sulla loro percezione della congiuntura economica e sociale e sulle loro aspettative rispetto al futuro.
La precedente rilevazione era stata eseguita nell’aprile 2011, quando le difficoltà delle economie dell’area euro e della nostra in particolare non erano ancora esplose con la gravità che si è poi palesata in estate. Emergeva, allora, un misto di preoccupazione e speranza ma, ponderando i diversi elementi che trasparivano dalle risposte, ci si poteva sentire autorizzati a credere e sperare nel proseguimento di una linea di ripresa anche se debole, incerta e disomogenea. Il precipitare della situazione cui abbiamo assistito nelle ultime settimane propone a tutti uno scenario profondamente mutato, nel quale ragionare, ad esempio, di riduzione delle tasse appare un’utopia.
E tuttavia le risposte pervenute al nostro questionario restituiscono elementi da valutare con attenzione: un andamento economico che non ha ancora risentito dei problemi, la maturità di chi ritiene che anche questo passaggio difficile possa rappresentare un’occasione per porre mano, finalmente, a quegli elementi di debolezza strutturale che penalizzano il nostro Paese, la stroncatura netta delle modalità e del merito dei provvedimenti assunti e, purtroppo, un forte riflusso nell’area del pessimismo per il futuro. Uno stato d’animo che, per chi fa impresa, non è mai positivo.
I DATI
Analizzando i dati, è importante rimarcare come l’andamento aziendale sia migliorato rispetto alla precedente rilevazione, a conferma di una prudente ripresa che nei primi mesi dell’anno era possibile avvertire e che, per altro, dal confronto quotidiano non le imprese associate, non sembrerebbe essere diminuita nelle prime settimane del dopo ferie. Ma le imprese e gli imprenditori hanno vissuto e vivono con grande preoccupazione la “tempesta perfetta” che ha colpito l’area dell’euro, indebolendone la moneta e stringendo nella morsa della speculazione il debito degli Stati più deboli e esposti – tra i quali, purtroppo, l’Italia – e il 45% teme un ulteriore aggravamento della situazione, mentre quasi il 39% ritiene invece possa e debba essere l’occasione per attuare quegli interventi strutturali ritenuti indispensabili per il risanamento dei conti. Un imprenditore su dieci pensa anche che le attuali difficoltà possano essere l’occasione per uscire dall’euro.
Non è assolutamente piaciuto, alle imprese associate, il metodo ed il merito dei provvedimenti fino ad oggi assunti dal Governo e dal Parlamento per contrastare il crollo : proprio nessuno li ha apprezzati, un 20% ritiene che confusione e contraddittorietà abbiano alimentato la speculazione e il rimanente 80 % esprime un parere negativo o molto negativo e di questi il 45% è convinto che a pagare il conto saranno sempre i soliti mentre i privilegi non verranno intaccati.
Nel merito poi della misura più incisiva – l’incremento di un punto dell’Iva ordinaria, quella che consentirà di fare cassa da subito e che tocca più da vicino e nell’immediato le imprese – solo il 15% la ritiene inevitabile, mentre quasi un imprenditore su due teme come possibili conseguenze negative un incremento dell’inflazione e una ulteriore riduzione dei consumi e il 37% avrebbe preferito l’applicazione di un’imposta patrimoniale.
Infine, per quanto concerne l’atteggiamento delle imprese rispetto al futuro, deve essere registrato il dimezzamento di quanto continuano a proclamarsi ottimisti, la forte crescita di coloro che si ritengono disincantati e un notevole incremento dei pessimisti, oramai prossimi al 30 %.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE FRANCO ORSI
«Partirei, nella valutazione delle risposte pervenute, da quest’ultimo aspetto – commenta Franco Orsi, Presidente di CNA Varese Ticino Olona – per constatare come le difficoltà delle ultime settimane e l’impatto delle misure assunte per contrastarle incidano in misura pesante sullo stato d’animo degli imprenditori. Che, evidentemente, temono un ulteriore aggravamento e, nella logica comprensibile di chi opera in un circolo vizioso, sono portati ad alimentarlo perché un imprenditore disincantato o pessimista difficilmente assume o investe».
«Peraltro, mi sembra di cogliere nelle risposte serietà e senso di responsabilità, che in un certo senso si contrappongono al senso di sfiducia nella politica e nelle Istituzioni che il giudizio sui provvedimenti adottati stronca senza appello : se un messaggio posso lanciare in questa fase, interpretando le impressioni delle imprese, è che il Paese ha un grandissimo bisogno di essere governato in modo sicuro, condiviso e autorevole».
«La speranza è l’ultima a morire, per cui noi ci crediamo ancora – ha concluso Orsi – ma la sensazione è che il tempo utile si stia drammaticamente accorciando e che da parte di una classe politica più attenta al mantenimento dei suoi privilegi che all’interesse collettivo non vi sia piena consapevolezza della gravità della situazione».
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