Una firma per cancellare il “Porcellum”

Dal 1° agosto il comitato promotore sta raccogliendo le firme per promuovere il “referendum abrogativo in materia elettorale”. Entro il 30 settembre dovranno essere depositate

Una legge elettorale che non piace a (quasi) tutti i partiti, ma che il Parlamento non vuole o non può cambiare. E allora? Ci stanno pensando i cittadini e gli attivisti del comitato promotore del referendum che vuole abrogare a furor di popolo l’attuale legge elettorale e spingere la politica ad approvarne una nuova.
Che l’attuale regolamentazione non vada bene agli italiani è parso ben chiaro fin da quando il suo stesso estensore, Roberto Calderoli, l’ha definita una “porcata”.
Già, ma allora cosa aspettano a cambiarla? – si chiedono in molti.
Il problema è che con la legge elettorale si va ad intervenire sulla rappresentanza dei cittadini in Parlamento e partiti, partini e partitoni hanno tutti idee diverse su come ciò debba essere fatto.
C’è chi vuole una legge alla francese, chi alla tedesca, chi con sbarramento molto alto, chi invece vuole favorire le grosse alleanze, ecc. La conseguenza è che a grandi dibattiti non seguono mai risultati concreti.
Ma se dovesse passare il referendum non sarebbe così. Dal 1° agosto, il comitato promotore sta raccogliendo le firme per promuovere il “referendum abrogativo in materia elettorale”. Entro il 30 settembre, le richieste di referendum con le firme raccolte dovranno essere depositate presso la Corte di Cassazione.
Qualora il referendum dovesse essere ammesso i cittadini saranno chiamati ad abrogare l’attuale normativa vigente, la legge Calderoli (alias "Porcellum"), ripristinando così quella precedente.

A prescindere dal risultato concreto che, in caso di successo e secondo i promotori, dovrebbe essere il ripristino dei collegi uninominali così come furono decisi dalla legge denominata “Mattarellum” del 1993 (dal nome del suo relatore, Sergio Mattarella, che fu attuata in seguito al referendum del 18 aprile 1993), il risultato vero ed immediato sarà quello di spingere la classe politica ad approvare una nuova legge.
Il referendum si trasformerebbe quindi in una spada di Damocle sul Parlamento, un modo attraverso il quale i cittadini potranno porre un ultimatum: “cari politici, o cambiate la legge entro la data del referendum oppure ci pensiamo da soli”.

A quel punto la classe politica non potrà fare a meno di rispondere a quella che è la grande questione politica richiesta dai cittadini, che sostanzialmente suona così:
È giusto che pochi capi partito decidano a stanze chiuse chi dev’essere eletto in Parlamento? È giusto che gli elettori non abbiano voce in capitolo tra chi giudicano presentabile e chi non lo è?”.
Ognuno ha poi la sua idea su come la nuova legge elettorale dovrà essere costruita, ma questo sembra essere un minimo comun denominatore tra i tanti che ne chiedono a gran voce il cambiamento.
Cosa possono fare costoro? Per adesso non possono che firmare per garantire l’accettazione del referendum. Possono farlo presso i tanti banchetti che vengono organizzati in questi giorni nelle piazze italiane oppure recandosi al proprio comune di residenza, presso la segreteria generale, oppure l’ufficio elettorale o l’URP (ufficio relazioni con il pubblico) e chiedere di firmare.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Settembre 2011
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