Varese colpito e affondato tra i fischi di Masnago
Il Livorno fa crollare l'imbattibilità in campionato del Franco Ossola che durava dal 2008. Luci e Dionisi firmano il 2-0, biancorossi irriconoscibili e ancora a digiuno di gol
C’era ancora una cosa che legava fortemente il Varese di ieri a quello di oggi: l’imbattibilità casalinga in campionato che risaliva ai tempi di Carmignani, dell’Olbia, del 2008. Ora, dopo la brutta sconfitta subita dai ragazzi di Carbone contro il Livorno, anche quella straordinaria cavalcata viene messa in archivio e lascia il posto a una preoccupazione che si fa pressante. Il Varese perde 2-0, prosegue nella tremenda incapacità di andare in rete (ancora zero gol segnati) e soprattutto cancella definitivamente i progressi visti nelle prime due uscite a causa di una prestazione davvero scialba sul piano del gioco e della volontà. Già il noiosissimo primo tempo lasciava qualche dubbio sulla voglia dei biancorossi, impauriti e poco incisivi a eccezione di Nadarevic; la ripresa poi è stata ancora peggio con una squadra che si è afflosciata al vantaggio ospite e non ha mai impensierito il portiere Bardi. La gente fischia senza infierire (ma la curva non fa sconti), però è evidente che lascia il “Franco Ossola” carica di grande preoccupazione: serve immediatamente un cambio di passo, a partire dal match interno di sabato prossimo con l’Albinoleffe. Lo sa anche Carbone, perché da questo momento la sua panchina inizia a essere in discussione, come il Carmignani di allora.
COLPO D’OCCHIO – Ci si aspettava qualcosa di più in termine di pubblico per una sfida piuttosto sentita come quella con il Livorno. Dalla Toscana, per la verità, non è che ci sia stata una gran corsa al biglietto e così a Masnago si supera di poco quota tremila presenze. Prima del match presentato un accordo commerciale tra Varese1910 e Iper con la cui tessera si può ottenere la maglia ufficiale di gioco.
CALCIO D’INIZIO – L’unica, gradita, novità nella formazione del Varese è la maglia rossa (con pantaloncini bianchi), invocata da tanti tifosi e vera divisa principale della società. L’undici iniziale è invece quello anticipato dallo stesso Carbone, con Pucino e Camisa terzini, Damonte accanto a Corti e Zecchin al centro delle mezz’ali, alle spalle di Cellini. Nel Livorno, dove c’erano alcuni ballottaggi, rientra Knezevic in difesa mentre a Barone viene preferito il baby Remedi. La punta avanzata è Paulinho con Dionisi alle spalle.
IL PRIMO TEMPO – Nel primo quarto d’ora i pochi che non si assopiscono possono contare più interruzioni del gioco che passaggi effettuati. La prima iniziativa è di Nadarevic, che conquista due punizione identiche nei pressi della bandierina e guadagna l’ammonizione di Remedi ma nulla più. Poco dopo anche Dionisi si fa ubriacare dal dribbling del bosniaco: stavolta la punizione di Zecchin spiove in area ma Bardi allontana con il pugno; non finisce qui perché la palla va ancora a Nadarevic e il suo sinistro è alto di poco. Fiammate che si spengono subito, perché bisogna attendere il minuto 36’ per vedere un pallone pericoloso: lo ha a disposizione Rampi che scarta Camisa sulla destra ma viene fermato da un bell’intervento di Figliomeni.
Al 39’ prova Pucino a costruire qualcosa e il suo cross da destra arriva nella zona di Cellini che però viene chiuso bene e conclude tra le braccia di Bardi. Chiusura per i fischi all’arbitro Candussio che estrae il giallo a Kurtic dopo aver graziato Pieri e cacciato Dossena, vice di Carbone: Varese non è campo che gli porta bene…
LA RIPRESA – Dopo 2’ si vede un lampo di Zecchin, furbo a servire una bella palla in area a Cellini che però è lento e si fa contrastare al momento della battuta. Al 5’ doccia fredda, inattesa e forse anche ingiusta: un pallone balzella per qualche istante poco oltre il limite dell’area biancorossa, Luci si avvicina e trova un gran sinistro che si insacca sotto la traversa per il vantaggio toscano. Immediate le contromosse dalla panchina: Carbone inserisce Carrozza per un insipido Damonte mentre Novellino dà esperienza con Belinghieri togliendo Remedi. L’occasione successiva è però per Dionisi su cui Moreau è pronto in presa su un tiro teso. Carbone toglie anche Zecchin, bocciato in quella posizione, e fa entrare Cazzola che si proietta subito in area dove viene fermato con le cattive su cross di Nadarevic. Il Varese dovrebbe provare a segnare e invece, per lunghi minuti, non ha proprio idee di come andare in porta; quando anche i biancorossi conquistano una punizione dalla trequarti, Carrozza la spreca con un tiraccio poco probabile. E così arriva la seconda “ripassata”, per opera di Dionisi che al 26’ fa secco Pucino in dribbling e con un destro da dentro area trafigge Moreau.
Masnago stavolta si arrabbia davvero e inizia a fischiare, invocando anche il nome di Franco Lepore e Giuseppe Sannino (che altri fischiano). Nel frattempo Carrozza si fa cacciare per un fallaccio su Belinghieri che rischia di trasformare in rissa il pomeriggio: è la resa definitiva.
L’ultimo quarto d’ora è un funerale silenzioso all’imbattibilità casalinga del Varese, con la gente che inizia a salutare i vicini di posto a partita ancora in corso. In campo del resto c’è poco da vedere, salvo l’espulsione di Novellino poco comprensibile dagli spalti. Finisce mestamente, tra fischi e cori che sono un invito fermo a svegliarsi: due punti e zero gol in quattro partite dovrebbero essere già di per sé un propellente notevole.
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