Farioli: “Non serve una consulta antimafia”
Il sindaco ha definito un "doppione del patto per la legalità" siiglato nel 2008 con il Ministero dell'Interno. Si è detto comunque pronto ad esaminare la proposta delle forze del centrosinistra
L’idea di creare a Busto Arsizio una consulta antimafia non trova particolarmente entusiasta il sindaco Gigi Farioli che la definisce sostanzialmente "un doppione del patto per la legalità che il comune di Busto Arsizio ha realizzato con il Ministero dell’Interno che mi ha indicato come sindaco per la legalità". Il patto per la sicurezza e la legalità al quale fa riferimento il sindaco è quello siglato nel 2008 con l’allora ministro Roberto Maroni e prevede tutta una serie di strumenti atti a contrastare la criminalità organizzata. Si tratta, comunque, di un documento scritto e non di un organo che si riunisce costantemente con le forze cittadine dedite al contrasto delle infiltrazioni mafiose.
Farioli si è detto comunque pronto ad esaminare qualsiasi proposta gli verrà portata sul tavolo ma «per il momento non ho ricevuto nessuna proposta in merito». Anche sull’idea di realizzare un luogo fisico nella città che raccogliesse tutte le realtà giovanili che si battono per la legalità, nel suo concetto più allargato, il sindaco che l’aveva lanciata qualche tempo fa dice di aver dovuto fare marcia indietro per il «rifiuto da parte dell’associazione più importante del territorio, Ammazzateci Tutti, che voleva una sede tutta per sè». La proposta di una consulta antimafia sta attualmente girando tra la cittadinanza con una raccolta firme promossa da tutte le forze partitiche e civili del centrosinistra ed è stata presentata durante la serata dedicata al documentario di Gianni Barbacetto sulla ‘ndrangheta e la mafia in Lombardia.
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