Genoni replica a Erica D’Adda: “Guardiamo al positivo”
Il presidente della commissione Sanità esprime la sua sorpresa per la reazione disgustata della consigliera del Pd e cerca di sottolineare gli aspetti positivi dell'audizione del direttore generale dell'azienda ospedaliera
Riceviamo e pubblichiamo la risposta del presidente della commissione Sanità del consiglio comunale di Busto Arsizio dottor Paolo Genoni in risposta alle affermazioni fatte da Erica D’Adda, componente della stessa commissione per il Partito Democratico, la quale aveva fortemente criticato l’audizione del direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Busto-Saronno-Tradate Armando Gozzini in merito alla situazione dell’ospedale cittadino.
Essendo stato chiamato in causa nell’articolo pubblicato da VareseNews vorrei cogliere l’occasione per un chiarimento in merito a quanto successo l’altra sera in Commissione Sanità durante l’audizione del Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Dr.Armando Gozzini
Mi limiterò alle considerazioni che la consigliera Erica D’Adda rivolge al sottoscritto senza entrare nel merito dei lavori di una Commissione che penso sia stata estremamente ricca di spunti come rimarcato per altro dagli interventi di numerosi commissari (non tutti appartenenti alla maggioranza).
Proprio perché la stima personale e politica nei confronti della consigliera D’Adda è condivisa anche dal sottoscritto sono rimasto sorpreso per la sua reazione di “disgusto” che l’ha portata ad abbandonare il tavolo della Commissione durante la seduta.
Entrando nel particolare delle osservazioni che mi vengono rivolte la prima riguarda la conduzione del dibattito.Credo di aver dimostrato più volte, prima come presidente della Commissione Servizi Sociali poi come Vice presidente del Consiglio Comunale e attualmente come presidente della Commissione Sanità di svolgere il mio ruolo cercando sempre di garantire la massima imparzialità nella conduzione dei lavori garantendo a ciascuno la possibilità di esprimere la propria opinione. E’ di tutta evidenza a chiunque frequenti i dibattiti consiliari e delle commissioni che talvolta risulta difficile moderare gli interventi.Abbiamo vissuto in questi anni discussioni ben più “accese” di quella che si è verificata l’altra sera in Commissione Sanità senza che questo abbia comportato l’abbandono dell’aula da parte dei Consiglieri.Prova ne è che nessuno dei presenti,tranne la Consigliera D’Adda, ha abbandonato la sala,ma sono rimasti apportando il proprio contributo in termini critici o di consenso a quanto veniva esposto.Sarà comunque mia premura,d’ora in poi, convocare la Commissione in sala Consigliare in modo da garantire grazie ai microfoni un miglior controllo al dibattito stesso.
Mi interessa di più però rispondere alle altre due considerazioni.
Insisto nell’affermare che è arrivato il momento di ritornare a guardare al “positivo”che esiste nella realtà.Questo non significa ignorare che esistono delle criticità,ma se le cose che funzionano sono molte di più di quelle che non funzionano( e nella sanità Lombarda e non solo in quella è così) perché non dovremmo partire da questo punto di vista? Affermare il positivo significa credere nel futuro proprio per affrontare con concretezza i problemi che ci sono.Solo così cambia la prospettiva e si passa dal lamento continuo(che sta diventando la prassi comune del nostro Paese) alla proposta concreta.Ci saranno sempre in un grande ospedale un ascensore guasto o chissà quale altro problema (magari come ha evidenziato il consigliere Verga nei tempi di attesa al punto prelievi) ma partendo da un atteggiamento positivo magari la soluzione si trova più facilmente.Quante volte citiamo il proverbio ”fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce…..”
Solo da una mentalità così,capace di riconoscere prima il bene del male, può nascere quel rispetto nei confronti delle persone che sono in situazioni di disagio cronico. Prendere coscienza di questo,soprattutto in un momento di crisi come questo (che non è solo crisi economica ma anche crisi di ideali) renderà più facile affrontare le sfide che ci attendono. Concludo dicendo che non ho provato nessun piacere nel vedere la consigliera D’Adda abbandonare la Commissione e mi auguro che in futuro il suo prezioso contributo possa arricchire i lavori della Commissione visti i numerosi temi che dovremo affrontare.
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