I lavoratori Ims: “Una manifestazione unitaria con le altri realtà in crisi”
Lettera aperta ai dipendenti di altre società: «Perché non costruire, tra tutte la realtà del nostro territorio che sono in stato d’agitazione per salvare il posto di lavoro, un momento di lotta unitaria?»
I lavoratori della IMS Srl, in presidio permanente, scrivono"ai lavoratori e le lavoratrici nella nostra stessa sorte e a tutti quelli che sperano non tocchi a loro".
Lettera aperta ai lavoratori e le lavoratrici nella nostra stessa sorte e a tutti quelli che sperano non tocchi a loro.
A cominciare dai nostri fraterni compagni di sventura che da qualche settimana stanno vivendo come noi, l’amarezza di poter perdere il posto di lavoro e parliamo dei dipendenti di: INDA,WHIRLPOOL, SANOFI AVENTIS, MALPENSA, ALENIA, LIVINGSTON.
Crediamo che l’angoscia che ci assale con le nostre famiglie, sia la stessa che ognun di voi vive.
Crediamo che le paure, le delusioni, i sorrisi spenti, lo sguardo preoccupato sui figli (stando però attenti a non trasmettere quello che si sente dentro), siano sensazioni simili.
Crediamo anche che l’incazzatura, la voglia di reagire, di non darsi per vinti, emerga in ognuno ed è quello che noi lavoratori e lavoratrici della IMS abbiamo deciso di privilegiare.
Non eravamo una fabbrica con esperienza di lotta ma questa situazione ci ha fatto reagire, organizzandoci man mano che passavano i giorni.
Qualche piccolo risultato lo abbiamo raggiunto, ma più lottiamo e più si accende la speranza di raggiungere obbiettivi più alti.
Perché non costruire, tra tutte la realtà del nostro territorio che sono in stato d’agitazione per salvare il posto di lavoro, un momento di lotta unitaria? Far sentire tutti insieme che non accettiamo più di pagare noi che la ricchezza la produciamo?
La competitività, la crisi, gli errori e le scelte dirigenziali non devono/non possono scaricarsi su chi, con un salario minimo, cerca di vivere con dignità la propria vita.
Promuoviamo con le nostre RSU, le nostre OO.SS. una manifestazione unitaria con una sola parola d’ordine che faccia capire a chi dovrebbe assumersi responsabilità, che il territorio stà scoppiando, che è’ necessario intervenire e che gli ammortizzatori sociali non sono sufficienti.
RIPRENDIAMOCI LA DIGNITA’
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