
«È cambiata l’aria, lo stile. Monti è stato molto “inglese”, non ci eravamo abituati e già questo ci ha sorpreso piacevolmente». Scherza
il senatore del Pd Paolo Rossi a margine della
presentazione del programma di governo. L’esponente varesino del Partito Democratico torna subito serio e analizza i contenuti esposti dal neo premier Mario Monti: «Diciamo che non è uno che vola di qua e di là – commenta Rossi -. Sa che deve fare poche cose e in fretta. Ha parlato di Europa con cognizione di causa, dando una voce diversa da quella sentita negli ultimi tempi: si vede che crede nell’Unione Europea e che ha lavorato in quel mondo.
Mi ha colpito per l’attenzione ai giovani, alle donne e all’equità: temi che se buttati là senza contenuti possono diventare vuoti, ma che riempiti hanno un grande valore. Certo, siamo solo alle enunciazioni. Vedremo cosa riuscirà a fare questo Governo. I Ministri al lavoro già nelle commissioni è un buon punto di partenza.
Di sicuro per la politica è un fallimento di cui prendere atto: prima Prodi, poi Berlusconi, coi numeri in bilico non si va da nessuna parte. Questo periodo di rigore che ci si apre di fronte spero potrà insegnarci tante cose».
Il programma del governo Monti non piace alla Lega Nord. Lo dice con forza
il senatore di Besozzo Fabio Rizzi, a poche ore dall’esposizione che il neo premier ha fatto a Palazzo Madama: «Enunciati generici – attacca Rizzi -! Lo attendiamo al varco con le proposte concrete che massacreranno ulteriormente il Nord, a partire dalla pensioni d’anzianità. E soprattutto aspettiamo al varco i parlamentari bipartisan del Nord, quando dovranno superare l’imbarazzo di votare
contro gli interessi della nostra gente!».
Sul fronte del Pdl è il senatore Antonio Tomassini a spiegare cosa ne pensano i
berluscones: «Questo governo tecnico, pur essendo il più "politically correct" possibile e pur avendo personalità di elevato spessore culturale e tecnico, nel discorso programmatico presentato in Senato mi ha un po’ deluso – spiega il medico varesino -.
Mi è sembrata una lezione scolastica e banale. Il presidente Monti si è limitato a fare un elenco della spesa, che poi era la stessa del nostro Governo, ma si è limitato ad abbozzare delle soluzioni. Faccio un esempio: ha parlato dell’abolizione della province. È un tema condivisibile ma il punto non è l’abolizione ma la riorganizzazione di tutto quel comparto. Insomma, un discorso alquanto deludente. Poi è chiaro che questo Governo ha la mia fiducia e non ci sono pregiudiziali o preconcetti polemici. Rendiamoci conto che siamo alla conclusione di una fase storica e politica. Occorre individuare nuovi percorsi che preparino a elezioni con regole più rispondenti ai mutati scenari. Da parte mia, mi adopererò per favorire questa nuova fase mantenendo, però, vivi e vitali i principi che hanno sempre caratterizzato il mio lavoro politico.
Voglio poi esprimere un giudizio molto positivo sul ministro della Sanità, una personalità di alto spessore, con grande esperienza nel campo dei sistemi sanitari con cui ho avuto già il piacere di lavorare e con cui, sono sicuro, avrò un confronto molto costruttivo».
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