Ipotesi fusione per le Bcc
E' ancora un'ipotesi ma se ne inizia a discutere. Con 119 filiali nell'area del nord ovest, il sistema del credito cooperativo diventerebbe il vero competitor per le popolari
La grande fusione è ancora solo un’ipotesi, ma negli ambienti del credito cooperativo inizia a circolare. Alla Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, anche se in modo informale, se ne è discusso. «La vedo difficile, ma potrebbe essere una soluzione in questo momento di crisi – spiega il presidente Robero Scazzosi – perché servirebbe a razionalizzare i costi. Dovrebbe essere però su base volontaria».
Se l’ipotesi andasse in porto, il sistema delle Bcc con le sue 119 filiali (se si ipotizzasse una mega fusione tra le Bcc operanti nell’area del Nord Ovest), diventerebbe un competitor di peso in primis per le popolari. «Noi abbiamo già modificato il nostro modo di fare banca- continua il presidente della Bcc -. Poiché non si guadagna più sul margine di interesse, abbiamo sviluppato i servizi».
Uno degli argomenti che sta a cuore ai risparmiatori è certamente la tranquillità dei propri risparmi che, in tempi di spread impazziti sui titoli pubblici, non è poca cosa. «Il credito cooperativo – aggiunge Luca Barni, direttore della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate – è l’unico che ha duplicato il fondo di garanzia sui prestiti obbligazionari e con la nascita imminente del fondo di garanzia istituzionale aggiunge un ulteriore controllore».
Le piccole Bcc, in questo momento delicato per la finanza e l’economia, devono affrontare anche l’aggressività dei grandi gruppi stranieri che rastrellano risparmio con tassi di interesse concorrenziali, ma che poi non riversano quei soldi sui territori. «Le banche straniere è da settembre che non concedono mutui – conclude Barni – perché quando devono prestare soldi, si appellano al rischio Italia. Ma quando devono prendersi i risparmi degli italiani, ignorano quel rischio. Il mio consiglio é: affidatevi alle banche italiane, investite in Italia. E soprattutto informatevi, perché il risparmiatore la tranquillità deve cercarla nell’informazione».
(Foto: da sinistra Luca Barni e Roberto Scazzosi)
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