Santoro è dentro la contraddizione

Una trasmissione che ripete soliti cliché. Buona per alimentare solo l'indignazione

santoroNon potrebbe che essere così, ma dispiace. Ben venga Michele Santoro con Servizio pubblico. Ben venga perché è una voce in più che prova a smuovere il pantano dentro cui ci siamo cacciati. Peccato che non ci riuscirà e le ragioni sono tante.
La sua trasmissione è vecchia. È un già visto, perfino nelle sigle. Travaglio, Vauro, Della Valle, De Magistris, Stella, Rizzo. Tutte persone non solo per bene, ma anche importanti per far conoscere le porcherie prodotte nel nostro paese. Peccato che molto si fermi lì, proprio dentro la contraddizione di chi se la prende con quei mondi e non fa che alimentarli. Peccato che si continui a dire che c’è distanza dal paese reale e poi si parli sempre di questa maledetta casta. Peccato che, mentre il paese sprofonda in una crisi devastante, oltre che per i danni economici anche per l’ansia che sta generando, noi si continui a sprecare energia contro i mulini a vento.
Chissà cosa potrebbe succedere se invece della gloria del giorno dopo si lavorasse seriamente per i possibili effetti del mese, dell’anno dopo. Chissà perché anche Santoro, che di mezzi e capacità ne avrebbe, sente il bisogno di gridare al vento quanta monnezza c’è per le strade. 
La sua trasmisisone rischia di somigliare tanto a quei giornali che ciclicamente tirano fuori dai cassetti i problemi del traffico, delle strade poco pulite e delle code a qualche sportello pubblico. Non è che per forza occorre mettere in scena la creatività, ma un piccolo sforzo in quella direzione non farebbe male. Insomma va in scena l’indignazione. Non è male, ma di nuovo, considerata poi la grande partecipazione dei cittadini che hanno contribuito in varie forme al successo di Servizio pubblico, davvero se n’è visto poco. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Novembre 2011
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