Che ci facciamo con Malpensa?
Crisi economica e terremoti politici sono stati protagonisti del 2011. Tra paradossi e contraddizioni lo scalo cresce, anche se di poco
A Sea è tempo di bilanci e i vertici possono tirare un respiro di sollievo. Il 2011 si chiude con un piccolissimo segno più anche per Malpensa. E se si pensa all’anno terribile che ci siamo lasciati alle spalle non è cosa da poco.
Nessun contraccolpo nemmeno dalla politica. Non era scontato, soprattutto dopo il terremoto che c’è stato nella tornata elettorale milanese. Il sindaco Pisapia e l’assessore Tabacci hanno lasciato lavorare senza mandare per aria tutto il management di Sea. Non è cosa da poco, perché si è visto cosa ha comportato in altre situazioni un pesante spoil-system. Basti pensare a Pedemontana con l’arrivo di Podestà che subito cambiò tutti i vertici.
Il comune di Milano, maggiore azionista di Sea, ha valutato di dare fiducia e continuità senza mandare in eccessiva fibrillazione i vertici della società aeroportuale.
Ora, a prescindere da come saranno i cambiamenti, anche dati dall’arrivo del nuovo azionista privato, la domanda centrale è capire cosa sia prioritario per lo scalo varesino.
Non è una domanda da poco, ma in vista di un biennio ancora di pesante crisi, non si può eludere questo punto. Altrimenti ognuno continua a tirare la giacchetta dalla sua parte. È impensabile procedere così perché le istanze vanno tutte considerate, ma occorre seriamente stabilire cosa fare.
I comuni, e non solo loro, sono preoccupati per molte cose. La prima è l’occupazione, la seconda è la questione ambientale, poi ci sono gli aspetti logistici. In tutto questo, i vari attori devono smetterla di pensare solo ai propri interessi e cercare di decidere sul serio cosa va fatto.
La gestione di Malpensa coinvolge tante realtà e queste devono essere coprotagoniste con Sea. A partire dalla politica che non può, anche se a volte a ragione, fare una questione di bandiera la difesa dello scalo. Non serve ogni volta fare la cronistoria, ma nemmeno prendersi meriti o lanciare anatemi solo perché di colpo si è passati all’opposizione.
In tutto questo anche la stampa può svolgere un ruolo importante. L’argomento è ostico, ma anche affascinante. Fare catastrofismi è inutile e dannoso anche perché stiamo vivendo un’epoca davvero particolare. Globalizzazione e liberalizzazioni aprono spesso al paradosso e non a facili analisi. Basta guardare al caso dei servizi interni a Malpensa.
Le liberalizzazioni dieci anni fa misero quasi ko Sea handling. La società da un giorno all’altro perse il monopolio entrando in una crisi da cui ancora non si è completamente ripresa. Ora invece acquisisce un cliente importante come Lufthansa, che scarica la tedesca Globeground. Morale: saltano cento posti di lavoro e comunque la si legga c’è da farsi venire il mal di testa. Per quelle famiglie la questione non è semplice, perché oggi l’occupazione è un vero problema. Chi gestisce il territorio ha un ruolo ancora più difficile proprio perché dentro le contraddizioni e i paradossi è difficile trovare risposte semplici.
Peggio ancora, anche se in questo caso l’effetto è positivo, è se si guarda a dove va il mercato. Oltre il 40% dei flussi sia passeggeri che merci si sposta da e verso l’Asia. Hai voglia di parlare male della Cina. Il traffico aereo indica con precisione le tendenze sia economiche che sociali. Bisognerà iniziare a farci i conti per bene perché altrimenti si parla a vanvera delle cose. L’abbandono di Alitalia e quindi di tutta la "favola" di Malpensa come hub, è stata riassorbita solo in parte, e lo si deve soprattutto all’incremento delle compagnie asiatiche.
Insomma, il 2012 è un anno di grande insidie, ma anche di opportunità. Lo sarà davvero se tutti gli attori sapranno darsi un piano comune fissando politiche di priorità. Occupazione e sviluppo sono due temi. Non sono gli unici, anche perché non si può prescindere dal contesto entro cui si muove Malpensa. Occorre che Sea si faccia avanti, e con lei quanti hanno a cuore problemi e opportunità che una presenza così ingombrante è capace comunque di generare.
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