Fontana: “Io avrei votato come Maroni”
Chi lo vuole espellere dal partito deve fare i conti con la determinazione dei maroniani. Il sindaco di Varese lo difende senza esitazioni e afferma: il salvataggio di Cosentino è stata un'operazione di finto garantismo
Umberto Bossi è il capo. Roberto Maroni è il suo profeta. L’ex ministro ha perso la battaglia alla camera sul voto per l’arresto dell’ex sottosegretario Cosentino, ma chi lo vuole espellere dal partito deve fare i conti con la determinazione dei maroniani. «Umberto Bossi e Roberto Maroni sono le uniche cose imprescindibili nella Lega» dice il più maroniano tra i sindaci, Attilio Fontana, primo cittadino di Varese. Non è un messaggio da poco, perché i bossiani doc Maroni è solo un colonnello come gli altri, e non «il successore».
Quello che è accaduto ieri alla camera sembra aver messo in grande fibrillazione tutta la galassia maroniana nel partito.
Il sindaco di Varese Attilio Fontana è deluso per il salvataggio alla camera dell’ex sottosegretario Cosentino, accusato di legami con il clan dei casalesi.
«Credo che ieri si sia fatta una finta operazione di garantismo. Io sono garantista, ma per tutti. Se salvataggio ci dev’essere…dev’essere per tutti. Anche per lo spacciatore, il ladro e il truffatore. Non si possono fare due pesi e due misure. Non è stato un buon modo per affrontare un problema come questo».
Bossi ha detto che non emergeva una colpevolezza dalle carte.
«Sono valutazioni che è meglio lasciare a chi di mestiere fa il giudice. Io faccio un altro mestiere, l’avvocato, ma questo non toglie che sarà il dibattito processuale a decidere come stiano davvero le cose».
Come ha vissuto la spaccatura nel partito?
«Soffrendo, il fatto che all’interno del mio movimento si sia assistito a questa spaccatura, è per me fonte di un certo dispiacere».
Lei avrebbe votato a favore dell’arresto di Cosentino come ha fatto l’ex ministro Maroni?
«Io avrei votato come Maroni sicuramente, partendo da un presupposto però: da avvocato anche io sono contrario alla carcerazione preventiva, ma le regole adesso sono queste e vanno rispettate».
In che senso?
«La carcerazione preventiva per me è sbagliata, e l’ho sostenuto anche quando da avvocato ho affrontato i processi di tangentopoli. Ma è cosi per tutti. Piuttosto modifichiamo le regole sulla carcerazione preventiva. Ma si non possono fare distinzioni per i politici, mentre per il criminale comune queste regole non valgono».
Crede che l’onorevole Maroni sia stato coerente votando contro l’arresto?
«Io credo che Maroni sia sempre molto coerenti, e questa è un’altra scelta coerente»
E’ vero che nel partito adesso è avversato?
«Evidentemente ci sono state diverse valutazione e mi dispiace».
C’è una spaccatura tra Maroni e Bossi?
«Io penso che tra loro non ci sarà mai una spaccatura. Si stimano e si vogliono bene, hanno solo avuto valutazione diverse».
E’ vero che l’appeal di Maroni sul territorio si sta rafforzando?
«Maroni è da sempre un punto di riferimento della Lega, credo che la sua attività di ministro abbia rafforzato la sua credibilità, è anche per questo che nel partito è stimato»
Può esistere secondo lei una Lega senza Maroni?
«Credo che non sia possibile, i due unici punti imprescindibili nella Lega sono Bossi e Maroni»
Ci ha parlato?
«No».
I militanti cosa pensano?
«Quello che si legge su Facebbok e Radio Padania si sente sia significativo».
Ma ce l’avete con Berlusconi?
«Sa, è un rapporto che sicuramente ha lasciato un po’ di amaro in bocca perché non si sono raggiunte quelle riforme che volevamo. E’ questo il discorso che fanno i militanti, non abbiamo niente contro Berlusconi, anzi, inoltre qui con il Pdl abbiano un rapporto più che decente».
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