“Per i ragazzi europei, siamo gli ultimi della classe”

Ventisette studenti del Gadda Rosselli hanno trascorso tre giorni a Strasburgo, ospiti del Parlamento europeo per un'attività di integrazione. Un'esperienza dai risultati un po' deludenti

I ragazzi del Gadda Rosselli in visita al Consiglio europeo« L’Europa? È ancora lontana». Non esiste ancora, per i 27 studenti del Gadda Rosselli di Gallarate, l’unità europea e, forse, non potrà esistere.
Reduci da tre giorni a Strasburgo, ospiti del Consiglio per un’attività di conoscenza e integrazione tra giovani, i ragazzi sono tornati con qualche dubbio. Ogni mese, una scuola, in rappresentanza dei 27 membri, viene invitata dal Consiglio europeo per Euroschola. Si vive un giorno da deputati, discutendo in commissioni alcune materie e ci si ritrova, alla fine, nell’emiciclo per approvare quella migliore che arriverà al Parlamento.
Anche i 27 studenti del  Gadda Rosselli  accompagnati dalle professoresse Laura Carrozzo, Gabriella Fontana e dal preside Giorgio Ciccarelli  si sono preparati sui temi indicati e sono partiti alla volta di Strasburgo per vivere quest’esperienza di integrazione.
Una volta entrati nello spirito dell’iniziativa, però, ben presto gli studenti si sono accorti che di "integrazione" ce n’era veramente pochina: «Ci sono grandi differenze – spiegano i ragazzi – abbiamo colto subito che noi italiani abbiamo una pessima reputazione. Ci considerano il fanalino dell’Europa. Ci dicono che tra Monti e Berlusconi non esistono differenze. Siamo tutti uguali al comandante della Concordia. Credo che, peggio di noi, ci siano solo gli spagnoli…»

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Divisi in gruppi per approfondire i pro e i contro di ogni tema ( dall’integrazione al futuro dell’Europa, all’ambiente, alla tecnologia, all’emigrazione), i ragazzi hanno avuto modo di cogliere il loro grado di preparazione e le conoscenze rispetto agli altri coetanei: « Per quanto riguarda l’inglese noi italiani siamo veramente messi peggio degli studenti del Nord o dell’Est Europa. Loro hanno una padronanza incredibile…» « Sì, è vero ma noi sappiamo anche il francese e lo spagnolo». Una risorsa che sembra contare poco, oggi, nel confronto globale: « Effettivamente dobbiamo impegnarci molto di più nello studio dell’inglese e non sempre la scuola è all’altezza…».

Non solo l’inglese, però. I ragazzi hanno capito di essere molto distanti dall’Europa anche perchè non ne sentono mai parlare: « In Austria i politici vanno nelle scuole e incontrano i ragazzi, spiegano il loro lavoro, ciò che fanno sia a livello di Stato che di Europa. Da noi non se ne vede mai uno. Nei paesi nordici, dedicano un’intera settimana all’approfondimento dell’istituzione europea. Qui arrivano notizie solo quando il Presidente del Consiglio va in visita a Bruxelles o a Strasburgo…». Anche l’incontro con il vicepresidente del Consiglio europeo Rainer Wieland ( incontro del tutto eccezionale perchè in genere non c’è mai alcun politico presente a queste attività giovanili) non ha migliorato  le cose: « Quando uno studente finlandese gli ha chiesto qual è il futuro dell’Europa, lui ha parlato dieci minuti senza dire nulla di concreto…».

Il ricordo peggiore, però, rimane proprio quello della diffidenza dei loro coetanei : « Il nostro compagno Elia ha fatto il relatore della mozione relativa a tecnologia e informazione al momento delle domande, un ragazzo ceco lo ha messo in difficoltà. Elia non ha risposto e lui si è scambiato il "5" con l’amico ridendo… Non è stato bello».

Una piccola difficoltà che non sminuisce, comunque, il lavoro di Elia: « Sono stato letteralmente gettato nel mezzo dell’emiciclo a parlare davanti a centinaia di studenti in inglese. È stato uno choc. Per mia fortuna sono stato l’ultimo a esporre il tema e ho avuto tempo per prepararmi un po’. Dopo aver esposto la nostra relazione, però, mi sono reso conto che iniziava la parte difficile: una raffica di domande a cui ho dovuto rispondere. Tutto sommato, me la sono cavata e ora sono contento».

Alla fine,  è stata una bella esperienza: « Noi la raccomandiamo sicuramente Un unico suggerimento: non fatevi prendere dall’ansia. È meno peggio di quel che appare».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Gennaio 2012
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