“Chi ha il suv potrà chiedere assistenza come chi ha veramente bisogno”
Dura presa di posizione di Attilio Fontana, presidente Anci, contro la Regione sulla nuova legge sui servizi sociali: «Troppo comodo legiferare senza porsi il problema delle risorse»
«La legge regionale sui servizi sociali aggraverà le difficoltà dei Comuni e soprattutto si rifletterà negativamente sulla nostra capacità di rispondere alle richieste di sostegno delle persone maggiormente bisognose, quelle cioè che oltre a soffrire di una disabilità grave, non hanno alle spalle famiglie in grado di sostenere le spese di assistenza». Così Attilio Fontana, presidente di ANCI Lombardia, commenta l’approvazione del pdl regionale 066 e in particolare l’articolo 1, nel passaggio in cui introduce la valutazione della situazione reddituale e patrimoniale solo della persona assistita nel caso di accesso ad unità d’offerta residenziale o semiresidenziale per disabili gravi.
«Continuiamo a non capire come la norma, votata dal Consiglio regionale possa essere definita di equità sociale, e come questa decisione possa essere festeggiata da taluni come una vittoria – prosegue Fontana –. Se finora i soldi dei Comuni bastavano a fatica a soddisfare le richieste di sostegno da parte dei più poveri, oggi dovremmo diluire le risorse, che nel frattempo sono ulteriormente diminuite, conteggiando anche chi ha una famiglia in grado di compartecipare alle spese. Anche chi cambia un suv al mese da domani potrà pretendere che il Comune sostenga per intero le spese di assistenza per il figlio disabile o per la nonna in casa di riposo, a scapito di chi ha veramente bisogno».
Al Comune toccherà pagare tutto per tutti. «Non si capisce con quali soldi – continua Fontana – visto che il fondo per la disabilità è stato azzerato dal 2011, che il fondo per le politiche sociali è un quarto rispetto a 4 anni fa (da 95 a 25 milioni), e che anche i fondi regionali sono stati fortemente ridotti (da 86 a 40 milioni, poi reintegrati a 70 e a oggi ancora 40, in attesa che vengano riportati al livello del 2011). La Regione ci obbliga per legge ad allargare la platea degli assistiti integrali? Allora ci trasferisca anche le risorse per farlo. È troppo comodo legiferare senza porsi il problema delle risorse: la Regione su questa legge non ha investito un euro per Comuni e famiglie. Come risultato i Comuni esauriranno nei primi mesi dell’anno i già esigui fondi a loro disposizione e poi saranno costretti a interrompere altri servizi sociali».
ANCI Lombardia è contraria anche all’articolo 2 della legge, in cui il ruolo di governo dei Comuni all’interno delle aziende di servizi alla persona (ASP) viene depotenziato. «Le Asp – conclude Fontana – rappresentano un patrimonio delle comunità locali, mentre qui c’è il rischio di un esproprio, perché i Comuni perdono il ruolo di governo e verifica dell’azienda. E il direttore generale non dovrà più rispondere dei risultati conseguiti all’organo che lo ha nominato».
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