Mercati esteri ed energia: il consorzio fa la forza
Si sono tenute nei giorni scorsi le Assemblee annuali di Energi.Va e Provex, le due realtà consortili che operano all’interno dell’Unione Industriali
Uniti si è più forti. È sulla base di questa convinzione che da anni operano all’interno dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese due consorzi: uno, Energi.Va, aggrega le imprese del territorio intorno all’acquisto in gruppo di energia elettrica e gas metano per spuntare i migliori prezzi sul mercato; l’altro, Provex, è invece impegnato a supportare le aziende nelle attività di internazionalizzazione e di export. Due realtà una missione: fare massa critica tra le attività produttive della provincia per unirle su fronti fondamentali per la competitività. Consorzi che nei giorni scorsi hanno fatto il punto della situazione sulle attività durante le loro Assemblee Annuali.

ENERGI.VA. Con oltre 150 imprese consorziate che consumano annualmente circa 500 milioni di
kilowattora e circa 80 milioni di metri cubi di gas metano, Energi.Va rappresenta uno tra i maggiori consorzi di acquisto di fonti energetiche italiani. Un modo per le imprese per affrontare quel gap competitivo rappresentato dai costi delle bollette messo in evidenza durante la relazione dello stesso Presidente di Energi.Va, Gianluigi Casati: «Il peso della voce energia sulle spalle del sistema Italia è sempre più gravoso. Nonostante il calo dei consumi indotto dalle difficoltà economiche, la fattura che il Paese paga per l’approvvigionamento dall’estero continua ad aumentare. Nel 2011 ha sfiorato i 62 miliardi di euro, con un aumento di 9 miliardi rispetto al 2010 e un peso sul Pil pari al 3,9%». A preoccupare Casati è soprattutto il raffronto con i concorrenti europei: «La differenza è mortificante. Il nostro prezzo, al netto delle imposte, è più caro di quello della Spagna, della Francia, dell’Inghilterra». Le vie d’uscita prospettate durante l’Assemblea di Energi.Va? Da una parte, quella delle imprese, investire sull’efficienza energetica per ridurre la domanda, mettendo sul piatto anche risorse importanti. Dall’altra, quella del Sistema-Paese, dotarsi di infrastrutture più moderne. Il riferimento fatto è stato quello dello sviluppo dei gasdotti e dei terminali di rigassificazione, indispensabili per una visione strategica che esca «dalla logica del breve periodo».

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