Per la consulta antimafia arrivano le firme dei bustocchi
I rappresentanti dei partiti di centro sinistra depositeranno durante il prossimo consiglio comunale le 350 firme raccolte a sostegno dell’iniziativa. E i promotori avvertono: “non strumentalizzare il numero”
La contestata vicenda della costituzione di una consulta antimafia a Busto oggi segna un nuovo passo avanti. Pd, Sel, Manifattura Cittadina, Verdi, Idv e Fds dall’anno scorso hanno iniziato una raccolta di firme per sollecitare l’amministrazione comunale nella costituzione dell’organo e che, proprio in questi giorni, è arrivata alle battute finali. «Vogliamo mantenere alto il livello di attenzione verso le istituzioni comunali e gli appalti» spiega uno dei padri dell’iniziativa, Fabio Pariani (Sel), aggiungendo che «come dimostrano i recenti fatti di cronaca e le inchieste della magistratura, non bisogna abbassare mai la guardia». Anche secondo Andrea Barcucci, responsabile locale di Legambiente, «ciclo dei rifiuti, movimento terra e abusi edilizi parlano chiaro» e quindi anche se «discutere è interessante e fare le statistiche è utile, noi oggi dobbiamo rimboccarci le maniche e fare qualcosa per intervenire».
Un intervento che però «non vuole sostituirsi alla magistratura – precisa Sergio Barletta – ma contribuire a costruire un terreno ostico nei confronti delle mafie sul piano culturale e sociale». Ed è proprio per questo che è nata l’idea di una consulta che a differenza di una commissione comunale (composta da soli membri del consiglio) potrà richiamare esperti di rilievo sulla tematica. Sarà nel prossimo consiglio comunale che i capigruppo di Pd, Sel e Manifattura Cittadina consegneranno al sindaco, che definì inutile tale iniziativa, le 350 firme raccolte. «Un numero non elevato -ammettono gli stessi promotori- che però non dev’essere strumentalizzato». Le consuete difficoltà nella raccolta delle firme sono state accentuate dalla tematica riscontrando un certo atteggiamento omertoso da parte di «persone che nel leggere “mafia” si allontanavano immediatamente».
E anche se esperti come Gianni Barbacetto hanno ribadito l’importanza di una consulta, sarà molto difficile convincere il sindaco Farioli della bontà dell’iniziativa. Il primo cittadino aveva infatti già dichiarato in passato che la consulta sarebbe stata «un doppione del patto per la legalità» siglato nel 2008 con il ministero dell’interno e che lo ha nominato “sindaco per la legalità”.
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