Traditi dal “marchio” della pistola in fronte
Nel corso di una delle rapine a gennaio avevano colpito con violenza una vittima con la canna dell'arma: è diventata una "firma", quando la Polizia ha ritrovato la pistola
Per fermare le auto e costringere i proprietari alla "resa" i ragazzi della gang erano pronti a tutto: una volta hanno scagliato un pietrione da oltre mezzo chilo dentro nel finestrino (ferendo il guidatore), una volta hanno lasciato un coltello infilzato dentro al parabrezza. Ma in uno degli episodi hanno lasciato – inconsapevolmente – una traccia preziosa: è pieno inverno, una sera fermano un uomo residente in provincia di Novara, lo fanno scendere dall’auto, prima lo minacciano, poi lo colpiscono con violenza al capo con la canna della pistola (rivelatasi un falso). La vittima, ripresasi dallo shock e superata la vergogna per l’episodio, si è presentata alla polizia: in fronte aveva la "impronta" lasciata dall’estremità esterna della canna della pistola, quella che tecnicamente si chiama "vivo di volata". La ferita era l’impronta dell’arma (poi rivelatasi una riproduzione), la prova che la Polizia ha cercar fin in casa dei sospettati. E alla fine la prova sovrana, la smoking gun – anche se in questo caso l’arma non ha sparato – è saltata fuori: la notte dell’irruzione la finta pistola era nella casa del ventenne albanese Marjo, che deteneva anche un tirapugni e alcuni grammi di marijuana.
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