I poliziotti di Ponte Chiasso sono esasperati
Nota del sindacato di polizia “Lo scudo”: “Sempre più doveri, sempre meno diritti, con famiglie in crisi per scelte semplicistiche del ministero dell’interno”
Immaginate di essere un agente della Polizia di Stato, con moglie e figli, e di sentirvi dire che i vertici del ministero dell’interno hanno disposto che tra soli due giorni dovrete andare fuori regione, almeno per un mese. Esigenze ed organizzazione familiari? Azzerate, perché siete poliziotti! Vita sociale ed impegni personali? Annullati, perché siete poliziotti! Visite mediche prenotate da mesi, terapie, comprese? Cancellate, perché siete poliziotti! Alloggerete in una struttura pessima, con un trattamento economico ridotto? Non vi lamentate, perché siete poliziotti!
“Siete poliziotti”, con un profilo deontologico ed un senso dello Stato al quale prontamente sarete richiamati, se anche solo provate a dolervi di questi disagi, e se intendete rivendicare i vostri diritti tramite i sindacati “state in campana”, perché per qualsiasi lavoratore oggi “tira una brutta aria”, per l’indirizzo di un governo che ci vuole europei nei doveri ma non nei diritti e nelle retribuzioni, perché chi ci richiama al nostro essere poliziotti e quindi “speciali” nei doveri, puntualmente dimentica che siamo i peggio pagati d’Europa, insieme ai colleghi greci.
Ebbene, se foste uno dei 13(tredici) poliziotti della Frontiera di Como-Ponte Chiasso, ai quali è stato ordinato di partire lunedì per la frontiera di Ventimiglia per almeno 1 mese, come vi sentireste?
Partire per Ventimiglia non perché “improvvisamente” è sorta una emergenza per il Paese o per i cittadini italiani (in quel caso saremo tutti volontari) ma per fronteggiare il rientro dei cittadini tunisini che, dalla Francia, adesso dovranno rientrare in Italia perché stanno per scadere quei permessi temporanei che l’Italia ha rilasciato loro mesi fa.
Già, mesi fa, quindi, fin da allora sapeva di questa scadenza chi oggi agisce semplicisticamente come fosse una emergenza e dice ai poliziotti “tra due giorni partite”! Perché non organizzarsi prima? Perché non consentire alle famiglie di quei poliziotti di limitare i disagi?
Facile dire “armiamoci e partite”, vero? Magari anche pavoneggiandosi, domani, per aver “… tempestivamente provveduto ad impartire disposizioni urgenti per fronteggiare una situazione critica e bla bla bla … ”, e su questo, magari, imbastire anche una bella progressione di carriera.
Allora, gentili concittadini, esponenti politici, componenti di associazioni “pro questo e contro quello” e quanti altri si ritrovano in piazza dei poliziotti, che cercano di tutelare il vostro sacrosanto diritto di manifestare, contrastando chi vuole usare la violenza, vanificando così il vostro messaggio, pensate a quelle donne ed a quegli uomini che sono lì ma pensano ai loro cari, alle famiglie lontane, che rientreranno a fine servizio in caserme tristi, mangiando panini secchi contenuti in sacchetti di plastica, pagati male e tra mesi (salvo che il governo non si “inventi” qualche altro sacrificio e non li paghi neanche).
I poliziotti di Ponte Chiasso sono italiani, vorremo tanto che gli italiani, non solo di Ponte Chiasso, fossero solidali con i loro poliziotti e con quelle famiglie.
La Segreteria Nazionale de “Lo Scudo”
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