Inchiesta sulle mazzette in Regione, ascoltato l’imprenditore Rossetti
Il proprietario delle cave Rossetti è stato ascoltato dal pm che indaga sulle rivelazioni dell'architetto Michele Ugliola e che coinvolge anche il presidente del consiglio regionale Davide Boni in merito all'incarico per l'impianto per lo smaltimento dell'amianto
L’imprenditore del settore estrattivo Giovanni Rossetti è stato ascoltato ieri dal pubblico ministero della Procura di Milano, Paolo Filippini che sta indagando sul caso delle presunte mazzette al presidente del consiglio regionale leghista Davide Boni. L’inchiesta è partita dalle dichiarazioni dell’architetto Michele Ugliola che sta raccontando un imponente giro di presunte tangenti pagate da imprenditori per ottenere permessi di costruzione in particolare nella zona di Cassano d’Adda. Rossetti è stato ascoltato come persona informata sui fatti in merito al progetto per la costruzione, in un’area di sua proprietà a Lonate Pozzolo, di un’impianto per il riciclo dell’amianto che molto ha fatto discutere negli ultimi due anni. Ugliola, infatti, per alcuni mesi è stato il professionista incaricato dalla società Krisalide per predisporre la Valutazione di impatto ambientale dell’impianto. Rossetti, però, dice di essere stato chiamato a spiegare alcuni particolari del disciplinare d’incarico con il quale è stato assunto l’architetto: «Il pm ha voluto sapere alcune delucidazioni sul disciplinare e sul pagamento di una parte dell’incarico che il rappresentante della Krisalide ha versato a suo favore – spiega l’imprenditore – ho detto che ad Ugliola, prima di revocargli l’incarico, vennero corrisposti 37500 euro. Dopo alcuni mesi, infatti, decidemmo di cambiare professionista perchè non ci ritenevamo soddisfatti di quello che aveva fatto». Ugliola, stando alle dicharazioni di Rossetti, era stato individuato perchè considerato uno dei migliori professionisti sulla piazza milanese ma i risultati del suo lavoro non sono stati apprezzati e, quindi, la società aveva deciso di fare riferimento ad uno studio di Torino a partire dai primi mesi del 2010: «Dopo la decisione della revoca dell’incarico e dopo avergli liquidato quei soldi non ho più saputo niente di lui». L’imprenditore lonatese, qualche anno fa, fu vittima di tentativi di estorsione da parte di alcuni esponenti della locale di ‘ndrangheta di Lonate Pozzolo-Legnano in merito alla vicenda del cosiddetto "Pirellino".
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