“Mi sento a casa, ora pensiamo a centrare i playoff”
Le prime parole di Phil Goss, tornato a Varese dopo la parentesi in Francia. "Dopo un allenamento mi sono già tornati in mente gli schemi di Recalcati". Che scherza con lui: "Hai due mesi di ritardo"
«Sei arrivato con un paio di mesi di ritardo». La battuta, perché di battuta si tratta ed è stata seguita da una risata dei presenti, è di Carlo Recalcati ed è stata pronunciata all’arrivo di Phil Goss al PalaWhirlpool dove l’americano ha finalmente potuto allenarsi dopo aver risolto tutti i classici intoppi burocratici causati dal trasferimento da una nazione all’altra, soprattutto per un extracomunitario.
Goss è arrivato davvero, è un po’ imballato come ammettono sia lui sia il coach («devo riprendere un po’ il ritmo partita: non gioco da 11 giorni e l’ultima apparizione è durata pochi minuti») ma per il resto sembra che il tempo sia tornato indietro di dodici mesi, quando cioé la guardia era uno degli uomini chiave della Cimberio. «Sono tornato in una mondo che conosco molto bene – spiega Phil nella prima intervista dal ritorno – tant’è vero che mi è bastato il primo allenamento per farmi tornare in mente anche gli schemi utilizzati da Varese. Le persone invece non le avevo mai dimenticate, ci mancherebbe». Quei due mesi di ritardo cui fa riferimento Recalcati hanno un motivo ben preciso secondo lo statunitense. «Quando c’è stato il primo contatto tra me e Varese ero ancora in corsa nell’EuroCup con la mia squadra francese, un obiettivo che abbiamo cercato di portare avanti il più possibile. Poi però siamo stati eliminati e alla seconda chiamata della Cimberio ho detto sì». Una risposta influenzata, e non è un mistero, anche dai rapporti in deterioramento con il tecnico dell’Asvel: «Con la mia esperienza e professionalità ho sempre cercato di mettermi a disposizione della squadra a seconda di ciò che mi veniva chiesto di fare. Ultimamente però questo meccanismo non stava più funzionando, ho giocato sempre meno e allora ho fatto sapere che se le condizioni erano quelle preferivo lasciare la squadra».
Un team, quello transalpino, dove Goss era finito d’estate nonostante ancora oggi il giocatore parli di Varese come “una seconda casa” e dell’Italia come di un “posto dove mi trovo benissimo, fin dagli anni della LegaDue”. «Alla fine dell’anno scorso – prosegue Phil – avrei anche voluto “fare la squadra” con la Cimberio ma lo sport professionistico ha tempi ristretti quando bisogna scegliere, così è andata diversamente. Comunque l’idea di poter tornare a Varese l’ho sempre tenuta in conto e alla fine è accaduto. Sia chiaro però che non sono venuto qui per salutare gli amici o per fare vacanza: voglio lavorare e contribuire a centrare i playoff. Mancano poche partite e sono tutte importanti: sono qui per raggiungere l’obiettivo».
L’innesto di Goss è benedetto da Recalcati, l’uomo che d’estate si era opposto più di altri alla sua conferma. «Le mie valutazioni di allora erano legate alla possibilità di prendere una guardia più fisica come Drake Diener che poi non è arrivato. Lungo il corso del campionato le esigenze della Cimberio sono cambiate, si è capito che era più utile un giocatore capace anche di costruire, quel che non si è rivelato Justin e quindi ben venga il ritorno di Phil. Tengo a sottolineare una cosa: io faccio certe scelte non a seconda dei rapporti con la persona ma seguendo i bisogni della squadra e del suo sistema. Una cosa che ho imparato in Nazionale dove, se era necessario, lasciavo a casa anche Pozzecco o De Pol, due giocatori e due ragazzi che adoro».
La chiusura è ancora per Phil e per un pensiero al passato: «Certo, concludere l’anno con un 3-0 contro Cantù ha lasciato un po’ l’amaro in bocca, soprattutto perché penso che avremmo potuto vincere la seconda partita. Loro si sono dimostrati molto forti e in un certo senso è comunque meglio uscire contro chi arriva a giocarsi il titolo. Però questo è passato: ora sono tornato per cercare di rivivere il clima dei playoff. E, se capiterà, di prendermi con i compagni qualche bella rivincita».
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