Quattro mosse per rinascere, le suggerisce Varese2020

Presentata alle Ville Ponti la ricerca commissionata dal Tavolo di concertazione provinciale all'università dell'insubria e alla Liuc di Castellanza. Bisogna decidere cosa fare di Malpensa

«Non sarò tenera». Rossella Locatelli, docente dell’Università dell’Insubria, ha ripetuto più volte questa frase durante la presentazione della ricerca “Varese2020. Un patto per lo sviluppo”, voluta e commissionata dal tavolo di concertazione provinciale. In effetti, i punti critici della nostra economia messi a nudo dal «progetto», come lo ha definito l’altro relatore, Massimiliano Serati, docente della Liuc di Castellanza, sono tanti.  «Varese2020 non è un pacchetto chiuso» ma un punto di partenza perché «non esiste un’unica ricetta, ma interventi a geometria variabile che vanno dosati a seconda dell’obiettivo che ci si è dati» hanno chiarito i relatori.  
Varese 2020 ha individuato quattro gruppi di azioni per far ripartire il sistema economico, individuare una governance efficace ed efficiente e realizzare una sinergia tra pubblico e privato.

Il contesto è fondamentale – Innanzitutto bisogna «favorire un propizio quadro di contesto generale alle imprese». Occorre perciò creare le condizioni favorevoli alla crescita attraverso la internazionalizzazione e la conquista di nuovi mercati, facilitare l’accesso al credito e superare il “nanismo” delle imprese attraverso aggregazioni.

Mercato del lavoro e capitale umano – Occorre incrementare il numero di professionalità altamente specializzate attualmente non disponibili sul mercato in misura sufficiente; ridurre il mismatch domanda-offerta di lavoro anche agendo sulla formazione dei lavoratori espulsi; monitorare la situazione occupazionale e le caratteristiche della domanda e dell’offerta di lavoro disponibile, espulsa ed emergente. Occorre coinvolgere pienamente enti e istituzioni per realizzare interventi che accrescano la partecipazione al mercato del lavoro, prima fra tutte quella di donnegiovani.

Realizzare strutture fisiche per sostenere lo sviluppo – Se è vero che nel nostro territorio c’è sempre stata una propensione all’innovazione, negli ultimi anni c’è stato un rallentamento. La situazione delle infrastrutture non è così negativa: occorre un potenziamento dell’intermodalità e capire cosa fare di Malpensa, aspetto sottolineato anche dall’assessore regionale alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo, intervenuto alla presentazione della ricerca. Sull’hub della brughiera le decisioni devono essere prese da chi ha in mano le leve di governo del territorio.
Il manifatturiero continuerà a trainare l’economia, soprattutto per quanto riguarda i settori aerospaziale e chimico-farmaceutico. Avanzano però anche i comparti dei servizi alle imprese, alla persona e alla famiglia. «L’innovazione non nasce più a livello di singola impresa o di rete/comparto, ma per effetto di processi verticali che si snodano lungo filiere integrate».

Governance e identità del territorio – «Il sistema esprime il bisogno di riqualificare la governance perché possa diventare protagonista del rilancio dell’identità del territorio». Occorre, dunque, creare maggiore coesione del territorio e nel territorio. Per ottenere questo obiettivo bisogna semplificare il sistema e migliorare il coordinamento tra i vari attori sociali. 

Ci sono voluti più di trent’anni per avere un altro studio sul destino della provincia di Varese, se è vero, come ha sostenuto l’onorevole Daniele Marantelli, che l’ultima ricerca di questa portata venne commissionata nel 1983 dall’allora Credito Varesino (oggi Ubi- Banca Popolare di Bergamo) all’università Bocconi. Ora tocca ai vari attori sociali dimostrare di avere la capacità di incidere a livello territoriale. E con una certa urgenza.
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Marzo 2012
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