Sel: “Sull’articolo 18 ha ragione la Cgil”
Il partito di Vendola appoggia le iniziative del sindacato contro la riforma del lavoro varata dal governo
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Sinistra ecologia Libertà di Varese sul tema dell’articolo 18.
La Cgil ha tutte le ragioni di proclamare lo sciopero generale di otto ore contro la cancellazione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori. Perché di questo e solo di questo si tratta.
Dietro la casistica speciosa, la penosa differenziazione tra licenziamenti discriminatori oppure solo disciplinari o ancora economici, si nasconde una realtà più cruda e più brutale. Il governo Monti sta cercando di fare quel che non era riuscito a Berlusconi: introdurre la libertà di licenziamento.
Sarebbe un prezzo inaccettabile neppure se ci fosse una qualche sorta di compenso. La mazzata colpisce il più elementare diritto dei lavoratori, quello di non essere licenziati a piacimento, cioè di non essere considerati merce.
Non c’è nulla che possa compensare la cancellazione del diritto, peraltro garantito dalla Costituzione, alla dignità dei lavoratori, che merce non sono. In questo caso, comunque, il dubbio neppure si pone: a controbilanciare l’eliminazione dell’art.18, nonostante promesse e impegni, nella proposta del governo non c’è niente.
La situazione dei giovani non migliora affatto. Casomai, grazie alla sostituzione della mobilità e dell’indennità di disoccupazione con l’Aspi, un po’ peggiora. Per molti di loro, infatti, non sarà facile garantire le condizioni di accesso, due anni di lavoro con 52 settimane pagate, e in ogni caso la copertura non sarà più corta di quella sinora garantita.
Noi saremo al fianco della Cgil nello sciopero generale, in tutte le altre mobilitazioni con cui certamente i lavoratori e i precari si opporranno a questa controriforma odiosa, in tutte le sedi politiche e istituzionali in cui abbiamo voce.
Non lo faremo per testimoniare ma per raggiungere un obiettivo concreto e preciso: impedire che la libertà di licenziare diventi legge.
Non è, non può e non deve essere una battaglia solo della Cgil e nostra. Riguarda tutti i lavoratori e tutti coloro che si battono per difendere i diritti e la dignità del lavoro. Sono le radici sociali, politiche e culturali del centrosinistra, la sua ragion d’essere. E’ la nostra gente, il popolo del centrosinistra: nessuno può pensare di abbandonarlo.
L’intero centrosinistra avrebbe contrastato con massima determinazione questa identica legge se a firmarla fossero stati Berlusconi e Sacconi. Non c’è un solo motivo al mondo per non farlo se al loro posto ci sono Mario Monti ed Elsa Fornero.
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