Spazzatura, «Fate come vi dico e ve la porteremo via»

Tantissimi sacchi non ritirati dalla Coinger: parla il direttore dell’ente, che spiega i problemi e i perché di tanta rigidità nel vagliare il contenuto dell’immondizia

coinger fotoNegli uffici della Coinger, a Brunello, il telefono non smette un secondo di squillare. Tutta colpa di quei sacchi dal “contenuto non conforme”, con quell’antipatica etichetta arancione appiccicata dagli addetti, che all’alba decidono se i tuoi rifiuti se ne vanno, o se ti ritrovi la monnezza fuori casa.
Tanti sacchi – diverse centinaia – che nei giorni scorsi non sono stati ritirati nei 24 comuni serviti dal consorzio Coinger. Lettere, commenti su Varesenews e proteste: per questo abbiamo pensato di girare i desiderata degli utenti al direttore dell’ente, il ragionier Paride Magnoni, per un po’ di chiarezza sull’argomento.
Dopo una breve intervista, risulta che due sono le regole d’oro per farsi portar via l’immondizia: evitate i sacchi con contenuto invisibile, e mettete il tetrapak nella carta.
Ma perché questo “giro di vite”? Perché proprio ora questa attenzione speciale per il contenuto dei sacchi?
«Ci siamo accorti che qualcosa nei nostri sacchi di frazione secca non andava. Il quantitativo prodotto dagli utenti è troppo elevato: attorno ai 125 chilogrammi pro capite l’anno – dice Magnoni. Un dato alto, che mal si combina con quello di altre realtà anche in provincia di Varese che riescono ad arrivare anche a 75 chilogrammi pro capite; l’obiettivo nostro è almeno di arrivare attorno ai 100. Abbiamo incominciato a gennaio 2012 a fare dei test, poi c’è stata la neve, e non potevamo certamente lasciare i sacchi fuori dai cancelli, anche se non conformi. Ora abbiamo incominciato nuovamente ad essere più rigidi sul contenuto di quel che finisce nei sacchi: un giro di vite doveroso, perché in tanti hanno cominciato a fare i furbi. Io stesso ha aperto decine di sacchi, trovandoci dentro di tutto».coinger
Quali sono i problemi maggiormente riscontrati?
«Direi che il problema principale riguarda la presenza di sacchetti neri all’interno del secco, cioè materiali che non possono venir vagliati dal personale che opera il ritiro»
Quindi mai mettere sacchi neri o che rendono invisibile il contenuto. Ma così, scrivono alcuni lettori, si va contro le regole della privacy…
«Stiamo parlano di una pronuncia del Garante del 2005 che riguarda i dati sensibili, ma che va valutata con grande buon senso. In primo luogo l’80% di ciò che riguarda la privacy è su carta: quindi è sufficiente distruggere i documenti e, soprattutto, metterli tra la carta da buttare. Beninteso, esistono casi in cui, specialmente per questioni legate a problemi di natura medica, l’utente ha tutto il diritto di non far sapere cosa butta nel sacco».
In questo caso però, dovrebbe occultare il contenuto, siamo punto a capo…
tetrapak«Deve, in questi casi, prevalere la regola del buon senso. Un esempio: l’utente che ha un problema di natura sanitaria e assume un farmaco o ha problemi di incontinenza, ha tutto il diritto, se lo desidera, di smaltire questi rifiuti senza che nessuno venga a sapere della sua condizione. In questi casi il personale mai andrà a controllare cosa “nasconde” un piccolo sacco nero messo nel secco, a patto che le quantità siano ragionevoli. E’ chiaro: se un intero sacco nero è contenuto dal sacco viola, qualcosa che non va c’è, e il personale ben fa a non ritirarlo».
Ecco, in questo caso cosa deve fare l’utente?
«Ritirare il sacco, e non lasciarlo in strada»
Altri problemi riscontrati nei sacchi?
«Il tetrapak, il tetrapak va sempre nella carta, non nel secco» (Per altri servizi di raccolta, come quelli di Aspem, invece il tetrapak va messo nella plastica ndr)
Oltre a questo giro di vite cosa farete?
«Cercheremo di informare il più possibile i cittadini – conclude Mangioni – . Nel prossimo numero di “Informacoinger”, pronto a giorni, attiveremo una rubrica dal nome inequivocabile: “Dove lo butto”».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Marzo 2012
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