Uno studente varesino al Parlamento europeo giovani
La delegazione del liceo Manzoni non si è aggiudicata la selezione nazionale, ma Michele ha ottenuto una menzione speciale che gli varrà una giornata da eurodeputato giovane
Parlamentari per quattro giorni. Sono rientrati a Varese stanchi ma felici, gli undici studenti del liceo Manzoni di Varese, protagonisti delle selezioni nazionali dell’European Youth Parliament. A Volterra, dal 9 al 12 marzo, la delegazione varesina si è cimentata nella redazione di risoluzioni su temi vari dal sociale all’economia, all’inquinamento, all’istruzione. Dopo tre giorni di dibattito nelle singole commissioni ( ognuna composta da 11 elementi) i ragazzi hanno stilato documenti che sono stati poi dibattuti nell’assemblea plenaria alla presenza di tutti i partecipanti dell’edizione 2012.
Alla fine, la giuria, composta da docenti e da membri effettivi del Parlamento europeo giovani, ha votato il gruppo classe più preparato e motivato. I varesini non hanno raggiunto la perfezione, ma poco importa: « È stata comunque un’esperienza molto positiva e stimolante – commenta la docente Salina che li accompagnava – ha vinto il liceo Doria di Genova che, effettivamente, ha dimostrato una marcia in più, anche perché si tratta di una scuola che punta molto sull’internazionalizzazione. Inoltre, non era la loro prima volta. I nostri ragazzi erano al loro battesimo e hanno dovuto capire come si svolgeva la sessione. Devo dire che sono stati veramente molto bravi, attenti e propositivi. È stato anche uno sforzo linguistico di non poco conto perché hanno sempre parlato in inglese».
La delegazione varesina, però, un premio lo ha comunque ottenuto. Più che la delegazione, uno studente del Manzoni è stato premiato, insieme ai compagni di commissione, con una menzione speciale per l’armonia di gruppo, l’organizzazione e la linearità di esposizione: « Che dire? È stata un’esperienza importante, superiore a ogni aspettativa – spiega Michele Guidotti – Abbiamo lavorato in modo molto intenso. Dovevamo proporre una strategia sul tema del gap generazionale nel mondo del lavoro. Un tema delicato. Siamo partiti dalla constatazione che anziani e giovani devono trovare un equilibrio per coesistere nel mercato del lavoro. Abbiamo individuato alcune linee guida che potrebbero assicurare un buon compromesso».
I ragazzi suggeriscono di organizzare un sistema integrato in entrata e in uscita dal lavoro dove pensionandi e apprendisti possano coabitare per cinque anni: « Si potrebbe pensare a una riduzione dell’orario di lavoro per i più anziani che rinunciano a parte dello stipendio, compensato dall’ingresso di giovani in affiancamento a cui verrebbe riconosciuto un salario base più basso. Progressivamente stipendio e ore lavorate cambierebbero in modo inversamente proporzionale fino al raggiungimento dell’età pensionabile. A quel punto, il lavoratore potrà scegliere di proseguire, a orario e compenso ridotto».
Insomma, una sorta di staffetta dove dovrebbero essere introdotti anche meccanismi per garantire una miglior salute alla popolazione via via che invecchia, incentivi alla procreazione per evitare la crescita demografica pari allo 0, una “social card” ai pensionati proporzionale alla pensione per garantire una vita dignitosa a tutti.
La risoluzione, pur articolata e complessa, non ha ottenuto il punteggio più elevato al momento della discussione plenaria: « Sono veramente molto soddisfatto di ciò che abbiamo fatto. Abbiamo lavorato intensamente, anche nel cuore della notte, per discutere delle altre risoluzioni. Il momento plenario è stato impegnativo: eravamo chiamati a rispondere alle domande, a replicare a critiche e obiezioni. Si è creato un clima molto propositivo. Peccato che, alla fine, questo nostro lavoro non arriverà a Strasburgo…».
Ora Michele, e i suoi dieci compagni di commissione, potranno andare a una seduta vera del parlamento europeo Giovani: « Ci devono ancora comunicare quando sarà. Certo avverrà durante l’estate e io non me la farò scappare…».
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