Dialetto, la lingua che resiste alla globalizzazione
Oltre mille proverbi e detti lucani raccolti in un libro di Elisabetta De Lucia e Angela Matera. Presentazione alla Libreria Boragno sabato 5 maggio alle 10 e 30
Avrete sentito molte volte pronunciare il detto «aiutati che Dio ti aiuta» o nella variante leggermente
più laica «aiutati che il ciel ti aiuta». Nella versione di Miglionico, comune lucano in provincia di Matera, diventa «aiut’t’ ca Dii t’aiute». I proverbi e i detti hanno sempre fatto parte della vita dei popoli: utili come i bigini a scuola, in quanto sintesi perfetta dell’esperienza di vita, e indossati dalla comunità, con l’eleganza del vestito su misura, quando espressi in dialetto.
Nel libro "Proverbi e detti lucani" (Il Grillo Editore), scritto a quattro mani da Elisabetta De Lucia e Angela Matera, ce ne sono più di mille divisi per argomento: si va dall’amore alla religione, dalla fortuna alla stupidità, passando per la taccagneria e la bontà.
Un bel lavoro, utile alle migliaia di persone che dalla Basilicata sono andate in giro per il mondo a lavorare per cercare un nuovo futuro e anche a chi ha deciso di rimanere e continuare a portare quel vestito di parole antiche come la terra. «Una lingua che scompare e muore toglie sempre qualcosa alla libertà e alla democrazia di un popolo che la parla da secoli» scrivono nell’introduzione le due autrici.
Questo libro, il cui sottotitolo è "identità e specificità di una comunità contadina", è in un certo senso una risposta alla globalizzazione che, nel tentativo di appiattire e uniformare il linguaggio in nome della necessità della comunicazione globale, schiaccia i dialetti, espressione viva e sintesi efficace dell’esistenza di un popolo. Già, perché il dialetto non spreca mai le parole. Le centellina sulla base dell’utilità e soprattutto non conosce volgarità, se non appunto quando è utile a rafforzare il concetto che si vuole esprimere.
"Proverbi e detti lucani" è inoltre l’occasione per conoscere una terra splendida, abiatata da un popolo contadino, umile, onesto, che l’arte e la letteratura hanno saputo valorizzare più della politica.
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