Unioni civili: Palazzo Estense tuteli i diritti delle nuove famiglie
L'Associazione Arcobalengo ha presentato ai capigruppo una proposta di delibera per il riconoscimento delle unioni civili
L’associazione Arcobalengo ha presentato questa mattina ai capigruppo del consiglio comunale di Varese una proposta di delibera per il riconoscimento delle unioni civili e per l’istituzione del relativo elenco, in modo da garantire a tutte le coppie di fatto diritti e servizi di cui ad oggi non possono usufruire.
"Siamo convinti che l’impegno contro ogni forma di discriminazione sia un valore da realizzare attraverso una battaglia culturale e politica quotidiana, parte della vita di ciascun individuo – ha spiegato Marialuisa Troncia, dell’associazione Arcobalengo – e che l’uguaglianza sia la base della civile convivenza e parte sostanziale dell’identità di ciascuna comunità e di ciascun territorio. La crisi economica, le difficoltà lavorative, fanno sì che nel pubblico dibattito si dia meno spazio ad alcuni temi, tra cui il diritto di ogni cittadino a vedere riconosciuto il proprio nucleo familiare, specie se le persone in causa hanno un diverso orientamento sessuale".
Per questo, l‘Associazione ArcoBalengo e le associazioni che hanno aderito a questa mozione, L’Albero di Antonia, AnpiVarese, Uisp Varese, Libera, Arci Provinciale, si sono rivolte alla politica e a ai rappresentanti delle istituzioni, chiedendo di promuovere, presentare e sostenere la mozione fino all’approvazione in consiglio comunale.
"Anche a Varese esistono forme di legami affettivi e familiari che pur non rientrando nella categoria matrimoniale hanno le caratteristiche della stabilità e della perdurabilità nel tempo; ma Varese non è ancora una città europea che tutela la piena dignità ed il carattere di libera scelta delle convivenze, sostenendone il pubblico rispetto. Ci possiamo permettere di pensare che Varese faccia dei passi per diventare una città dell’inclusione e della dignità? Una città aperta a tutte e a tutti, che garantisca pienamente anche il diritto all’amore, a vivere la vita nel modo più pieno, nel rispetto degli altri? Una città che riconosca il diritto alla felicità, che rientra nei diritti naturali?" – hanno chiesto i responsabili di Arcobalengo. – Per questo chiudiamo al consiglio comunale un piccolo passo che consentirebbe a tutti i cittadini di veder riconosciuta la propria dignità ed i propri affetti, di difendere il principio dell’uguaglianza di fronte alla legge, di garantire politiche di inclusione e di riconoscere a tutte le famiglie di fatto il diritto all’unione e la possibilità di esprimere liberamente la propria identità di genere senza discriminazione. Perché non esistono amori e sentimenti di serie A e di serie B".
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