Gli investitori francesi comprano italiano
Secondo il rapporto annuale “Mergers & acquisitions” (fusioni e acquisizioni) elaborato da Kpmg nelle prime dieci operazioni completate nel 2011 figurano ben 8 acquisizioni estero su Italia. A fare la parte del leone è la Francia
Il rapporto annuale “Mergers & acquisitions” (fusioni e acquisizioni) elaborato da Kpmg conferma che le imprese italiane piacciono molto agli investitori stranieri. Nelle prime dieci operazioni completate nel 2011 figurano infatti ben 8 sono acquisizioni estero su Italia. A fare la parte del leone sono i francesi che si portano a casa due nomi storici del made in Italy come Bulgari, acquisita totalmente da LVMH (Moet Hennessy Louis Vitton sa) per 4,3 miliardi di euro, e Parmalat acquisita per l’83,3% da Lactalis per 3,7 miliardi di euro. Nel loro carniere i transalpini hanno aggiunto anche l’80% della Cassa di risparmio della Spezia spa (Carispezia) e il 25 % di Findomestic Banca, acquisite rispettivamente da Crédit agricole Sa per 700 milioni e da BNP Parisbas Sa per 600 milioni di euro.
Le altre 5 operazioni riguardano l’acquisizione del 100% del Gruppo Coin da parte degli inglesi di Bc Partners per 900 milioni di euro, il 19% di Prada spa da parte dei cinesi, con la quotazione alla borsa di Honk Kong, per un miliardo e 700 milioni, il 45% di Ansaldo Energia spa da parte dell’americana First reserve corporation per un miliardo e 100 milioni di euro, mentre Rete rinnovabile srl è passata interamente per 600 milioni di euro al fondo di private equity inglese Terra Firma Capital Partners Ltd.
Due le acquisizioni dell’Italia su estero: Prysmiam spa per 900 milioni ha acquisito il 99 % dell’olandese Draka holding NV, mentre l’89% di Trans Austria Gasleitung, per 700 milioni di euro, è andato alla Cassa depositi e prestiti spa. Per la prima volta nella storia del rapporto Kpmg, nel 2011 non si registrano operazioni Italia su Italia (nel 2009 furono 5).
La quotazione di Prada rappresenta il debutto di un gruppo italiano sul listino di una piazza asiatica. Le ragioni di questa scelta, spiegano gli analisti di Kpmg, sono da attribuire alla forte disponibilità di capitali, alla crescente domanda da parte degli investitori locali e al fatto che la Cina è ormai il mercato di riferimento per i beni di lusso.
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